Se una normativa europea costringesse gli editori a pubblicare gli ingredienti di ciascun libro nella quarta di copertina, l’elenco di In fuga con la zia sarebbe più o meno questo:
n.1 Zie col cuore spezzato
n. 1 Sorelle con problemi nervosi in essere
n.2 Nipoti di difficile gestione, di cui:
– n. 1 Adolescente introverso in crisi
– n. 1 Undicenne turbolenta non sedabile
Proprio a questo punto, se non prima, qualsiasi lettore poserebbe il libro e guarderebbe altrove. Ma per fortuna non esiste per ora nessuna normativa di questo genere, anche perché i libri son fatti di contenuti immateriali. E allora sarebbe forse meglio dire che In fuga con la zia contiene quattordici tonnellate di fantasia bambina, decine di domande importanti, alcune combinate a risposte provvisorie, venti chili di buon umore fresco di giornata, manciate di malinconia, tracce di eros.
[cro_callout text=”Scritto con una freschezza esemplare, con un lingua su cui l’autrice ha lavorato molto (e così la traduttrice italiana, Claudia Tarolo), questo è uno dei più bei libri del 2009. Leggetelo e non ve ne pentirete.” layout=”3″ color=”#891C09″]Zia Hattie, ventottenne appena abbandonata dal fidanzato, torna precipitosamente in Canada. Sua sorella Min ha avuto un tracollo nervoso e qualcuno dovrà pur badare ai due nipoti, Thebes e Logan. Quel qualcuno è lei, visto che il padre è andato via di casa da tempo. Mandato via da Min, più che scappato. E il modo che Hattie ha di badar loro è partire per un viaggio, una fuga, alla ricerca di papà Cherkis, che è da qualche parte ai confini tra Stati Uniti e Messico.Comincia così un viaggio, che come tutti i viaggi significa incontri, significa avventure, significa soprattutto conoscersi meglio. Hattie si trova alle prese con due universi, quelli dei nipotini, diversi e bellissimi. Logan zitto e serio, chiuso in pensieri che danzano a ritmo di musica, ma quando tira fuori uno dei suoi rari sorrisi, beh, è la fine del mondo. E Thebes, rannicchiata nel retro del loro furgone, che sforna idee in continuazione, costruisce aquiloni e buoni per diventare attrici. Entrambi ben più maturi della loro età, entrambi con molto da insegnare alla ventottenne zia.
Mentre dal Canada puntano verso il Messico, sul loro furgone sempre più malmesso, i tre incontrano ogni sorta di personaggio. Si imbattono nelle tracce di Cherkis, non si scordano di telefonare a Min. Cercano insomma, pur in fuga, di rimettere a posto le cose.
Scritto con una freschezza esemplare, con un lingua su cui l’autrice ha lavorato molto (e così la traduttrice italiana, Claudia Tarolo), questo è uno dei più bei libri del 2009. Leggetelo e non ve ne pentirete.
Fa’ il bravo, alla Luna’sTorta!
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