Non è facile scrivere un romanzo partendo da una vita che già di suo sembra un romanzo. E non è neanche facile seguire in voli sghembi e immaginifici i pensieri di un genio. In questo suo secondo libro, L’inventore della luce, Samantha Hunt fa entrambe le cose, e le fa bene.
Il genio in questione è Nikola Tesla: uno dei più importanti inventori di un’epoca in cui gli inventori c’erano ancora. Tra fine Ottocento e inizio Novecento, diciamo. Tesla è uno scienziato forse meno noto di quanto dovrebbe. Per capirci, se oggi premendo un interruttore si accende una luce, il merito è suo. Per capirci, ancor prima di Marconi, Tesla aveva concepito un sistema per trasmettere onde radio.
[cro_callout text=”Con questo romanzo su Nikola Tesla Samantha Hunt ci porta in un mondo dove gli inventori sono ancora possibili e il futuro del mondo ancora tutto da decidere.” layout=”3″ color=”#891C09″]Eppure quest’uomo geniale, dal corpo lungo e asciutto, spigoloso, quando lo incontriamo giace dimenticato in una stanza dell’immenso New Yorker, poco più di un vecchio in miseria. Parla ai colombi. È innamorato di una di loro. Non ha più amici. I giornalisti non lo cercano da molti anni.Un giorno, in quella stanza entra Louisa, una giovane cameriera che ha l’abitudine di frugare un po’ nelle camere degli ospiti. Ogni tanto curiosa tra i piccoli segreti delle vite altrui. Ma quello che troverà nell’abitazione del “signor Tesla” cambierà la sua vita per sempre.
L’inventore della luce ha un inizio memorabile, poi si scompone un po’ quando l’autrice ci infila quasi a forza una storia d’amore, o nei passaggi che giocano sui paradossi temporali (tutte cose già sentite). Ma i flash-back, le riflessioni di Tesla, il rapporto tenerissimo tra l’inventore e Louisa tengono sempre alta la qualità del libro. Puntellata anche dal contesto: la New York d’inizio Novecento, la vita in albergo, gli echi lontani della guerra (il libro è ambientato per lo più nel 1943).
Al suo secondo romanzo, il primo tradotto in italiano, Samantha Hunt dimostra un grande talento nel plasmare il linguaggio a suo comodo. A partire dalla voce sognante di Tesla, che passeggia nell’etereo mondo delle idee, nuota in quello dei sogni, vola in alto fino a vedere un futuro migliore e in qualche modo lo indica a tutti noi.