Buongiorno Lunatici!
E niente: piove piove sul nostro amor! E questo maggio sembra più un novembre, ma che dobbiamo fare? Al tempo non si comanda! E allora ci muniamo di ombrelli, mantelline e via che andare!
Ricordiamo che la nostra stagione volge al termine, ma fino a metà giugno ospiteremo spettacoli succulenti, quindi restate connessi che c’è davvero tanta carne al fuoco!
L’appuntamento a cui siete tutti caldamente invitati è, per ovvie ragioni, il compleanno lunatico dei dieci anni. Lo festeggeremo venerdì 7 e sabato 8 giugno con una carrellata di artisti-amici che si avvicenderanno regalandoci microspettacoli per due serate belle piene. Fissate sul calendario e siateci!
Ma ora veniamo a noi. Questa newsletter sarà un po’ polemica, perché parla di una realtà critica che attualmente viviamo in San Salvario.
Partiamo dall’antefatto. Eravamo a far cena con un paio di amici in un locale storico del quartiere che amiamo molto. Ordiniamo e mangiamo in mezzo a una moltitudine di altre persone (il locale è bello imballato!). Poi la chiacchiera e il vino ci portano a desiderare di fumare una sigaretta, così ci spostiamo nel dehor.
Incautamente lasciamo le borse all’interno del locale e continuiamo a chiacchierare all’esterno. Dopo un po’ una delle amiche rientra per prendere qualcosa e… panico! La sua borsa non c’era più. Disperazione e affanno, lacrime e senso di smarrimento. Ma poi razionalizziamo. Gestendo un locale in San Salvario sappiamo benissimo come funzionano qui le cose. E quindi ci incamminiamo per le vie intorno al locale dicendo ciò che e successo e facendo domande ai Ragazzi dello spaccio. Ragazzi giovani, molto ben vestiti, molto gentili e molto scuri di pelle. Ognuno di loro si prende a cuore la situazione e fa ipotesi, dà consigli e indicazioni. Ma per una buon tre quarti d’ora niente di fatto. Non desistiamo e alla fine l’ultima imbeccata è quella giusta, perché su un lato dei giardinetti tra via Morgari e via Belfiore scorgiamo una volante dei carabinieri. Ci catapultiamo e spieghiamo ciò che è successo e notiamo che gli agenti avevano fermato due ragazzi.
Vedendone uno dei due ci rendiamo conto che è quello che con la coda dell’occhio (e il senno del poi) avevamo notato entrare nel locale dove stavamo mangiando e che era poi uscito subito dopo.
Alla descrizione di quanto accaduto uno degli agenti ci chiede il nome della persona a cui era stata rubata la borsa: bingo! L’hanno recuperata loro! Non c’era tutto: mancavano chiavi, una seconda borsina, un ombrello, ma portafoglio, cellulare e occhiali molto costosi perché graduati erano presenti all’appello. Una bella fortuna!
Finiamo la serata alla caserma dei carabinieri, dove rilasciamo un verbale dell’accaduto. In un’altra stanza scorgiamo il ragazzo che è stato fermato e che abbiamo riconosciuto e scopriamo che è pakistano e ha il permesso di soggiorno scaduto.
Fine della piccola triste storia.
Perché vi abbiamo raccontato tutto ciò? Perché l’amica magari non avrebbe recuperato la borsa se non fossimo andati a fare un giro di ricognizione, o l’avrebbe recuperata solo il giorno dopo, passando una nottata d’angoscia. E perché siamo partiti convinti che fosse il modo migliore per risolvere la situazione? Perché da un po’ di tempo a questa parte c’è un servizio d’ordine secondario rispetto alle forze dell’ordine ufficiali e ufficialmente riconosciute: i Ragazzi dello spaccio, per l’appunto, che non hanno nessun interesse a che succeda qualcosa e che presidiano ogni angolo vendendo ciò che vendono, ma tenendo la situazione sotto controllo. Non stupitevi: è la triste verità. E le forze dell’ordine non intervengono perché in fondo conviene anche a loro che ci sia qualcuno che vegli sul quartiere e mantenga l’ordine e gli equilibri.
Sembra il teatro dell’assurdo, invece è così. Passeggiate di sera (ma anche di giorno) per le strade di San Salvario e ve ne renderete conto.
Tutto bene, ma non benissimo, dunque. Ed è con amarezza che scriviamo queste righe.