Buongiorno, Lunatici!
Appiccicaticci a dovere? E doverosamente squagliati dal caldo che non accenna a mollare la presa? Noi diversamente freschi: piacere tutto nostro!
Ma bando agli scherzi… Questa settimana volevamo parlarvi di un argomento decisamente attuale: i social network. Ci è venuto in mente perché recentemente, sfogliando una guida per prepararci alle vacanze estive, abbiamo scoperto che uno dei curatori era un nostro compagno di liceo. Non proprio compagno di classe, perché era un anno più avanti, ma di sezione. Immaginate quanti ricordi e quante domande sui vent’anni di vita trascorsi nel frattempo. Sì, perché non eravamo rimasti in contatto: una di quelle frequentazioni non troppo assidue già tra i banchi di scuola, che si è sfilacciata proseguendo ognuno per la sua vita.
Ma ormai, potrete capire, il demone della curiosità era in circolo. E allora, dopo un po’ di esitazioni, abbiamo preso la decisione di tentare di contattarlo. E come? Ma grazie ai social network, che domande! E in specifico siamo stati fortunati e l’abbiamo trovato al primo colpo, su Facebook.
Abbiamo inviato un messaggio, senza la certezza che avrebbe risposto.
E invece, un po’ in differita, è arrivata la risposta, così abbiamo avuto modo di raccontarci in quattro battute le nostre vite presenti, senza scendere troppo nei dettagli. Confessiamo: è stato emozionante e bello, una di quelle cose che non cambino la vita, ma che le danno una sfumatura piacevole, una nota intonata, un pizzico di sorpresa…
E allora ci è venuto da pensare che, come al solito, la differenza la fa come si usa degli strumenti di cui si dispone. Sappiamo fin troppo bene quanto i social siano demonizzati e additati come alienanti, stranianti, pericolosi, appiattenti, una perdita di tempo fine a se stessa.
Non siamo d’accordo. (O meglio lo siamo solo in parte). Prima di tutto perché per noi sono ormai uno strumento di lavoro se non indispensabile certo molto utile e in diversi casi piuttosto efficace. Poi perché, come dicevamo, l’importante è adoperarli con testa, non abusandone, ma sfruttando il loro potenziale. Che in effetti abbatte barriere e annulla le distanze, riducendo il lasso di tempo di vent’anni ad una ricerca di pochi minuti e nella promessa di rincontrarsi. Che magari non avverrà, ma anche solo aver avuto la possibilità di ritrovarsi e risentirsi troviamo sia cosa preziosa, che non va gettata nel calderone dei pregiudizi e degli stereotipi che riguardano questi strumenti della nuova comunicazione.
I tempi e i modi di fruizione fanno la differenza, siamo d’accordo, ma siamo o non siamo degli esseri razionali responsabili e consapevoli delle nostre azioni? Impegniamoci ad usarli al meglio, non osannandoli ma nemmeno demonizzandoli. Prendendo il buono e gettando alle ortiche quello che buono non è.
E buon social vi faccia!