Buongiorno, Lunatici!
Come state? Si avvicina il Natale: siete già immersi nelle pazze corse al regalo? Non sappiamo voi, ma per noi questo dicembre e le festività sono arrivate come di soppiatto: di colpo, quasi non ce ne siamo rese conto. Eppure eccoci qui. E speriamo che siano feste che potremo vivere con un criterio di normalità, più rilassati rispetto all’anno passato!
Partiamo da questo anelito alla normalità per la nostra riflessione settimanale. L’altro giorno abbiamo sentito un intervento in radio. Si parlava, come ormai si fa un po’ ovunque, non solo sui media ma anche nelle conversazioni tra conoscenti, parenti e amici, della spinosa questione vaccino sì vaccino no, no vax, si vax e bla bla bla… Quanto vi sarà venuto a noia l’argomento? Possiamo solo immaginare…
Solo che in questo preciso intervento l’interlocutore è partito non da considerazioni scientifiche, etiche, morali, politiche, ma da un semplice assunto che tutti ci riguarda. La libertà. Proprio quella di cui chi contesta i vaccini si sente privato. Innegabile: chi decide di non vaccinarsi (e dal 6 dicembre la situazione andrà ad aggravarsi) sarà privato di tante piccole libertà di cui prima del Covid disponeva senza limitazioni. Chi parlava nel programma radiofonico diceva però che le piccole libertà non possono entrare in conflitto con la grande libertà, che riguarda tutti noi (tutti noi inseriti in una comunità di individui, e numerosa) e che è la libertà di non ammalarsi, o comunque di non rischiare la vita.
In effetti, partendo da questo filo logico di ragionamenti, siamo ritornati al vecchio caro concetto: la tua libertà finisce dove comincia la mia, come la mia finisce dove comincia la tua. E, ribadiamo, facendo parte di una collettività che consta di un numero di persone davvero grande, la piccola libertà e la grande libertà, la mia e la tua, non possono entrare in conflitto, ma devono armonizzarsi, trovare il modo di amalgamarsi. Le regole, tutto ciò che siamo tenuti a fare e non fare, tutte le nostre leggi, la nostra Costituzione stessa sono state pensate proprio per questo. Siamo in molti e in una società che si definisce democratica ci siamo dati delle norme afferenti ad un organo più grande di un singolo io, che dovrebbe rappresentare un noi e che abbiamo stabilito essere il governo, le istituzioni. Siamo convinti che su governo e istituzioni abbiamo il sacrosanto diritto di dire la nostra e dissentire, ma in un caso limite come quello che stiamo vivendo ci sembra che le linee guida che sono state studiate per farci continuare a vivere in maniera grossomodo normale non siano un abuso di potere, ma semplicemente il tentativo di riprendere una quotidianità convivendo con un virus pericoloso. Riacquisendo libertà che la segregazione che abbiamo patito ci aveva negato. Perciò tutto questo gridare alla dittatura sanitaria ci sembra davvero un eccesso.
Detto questo non vogliamo dettar legge nè avere la verità in tasca, solo aprire un varco che ci porti a far sì che le nostre piccole libertà facciano fiorire quella grande che è di noi tutti.