Buongiorno popolo Lunatico!
Come vanno le cose? A noi parre bene, con il nostro satellitone che viaggia a vele spiegate in questo autunno inoltrato. Sì, perché gli eventi sono partecipati, gli avventori non mancano, quindi di che lamentarsi?
Ecco, però ora veniamo alla nostra solita riflessione. Viviamo talmente tante ore all’interno del locale e vediamo talmente tante persone che è difficile stare al passo e ricordarsi di tutto e tutti. Poi però. Accade quello che potremmo definire il momento magico, la scintilla, se preferite. E in un attimo tutto cambia.
Ma cominciamo dal principio: immaginatevi una ragazza straniera, giovane, dai capelli lunghi e mossi, occhi grandi, bel sorriso. Arriva e chiede la consumazione. La notiamo perché, pur non padrona della lingua, cerca di parlare in italiano. E, se anche è vero che zoppica un po’ nella pronuncia, se la cava a meraviglia. Soprattutto capisce perfettamente se le si parla in italiano. E fin qui morta lì.
Ma poi la ragazza in questione torna, ed è sempre con un gruppetto che noi ci figuriamo essere i suoi compagni di università. Stanno qui pomeriggi interi, e parlano nella loro lingua-musica che non capiamo. E studiano fitto. E ridono. E si consultano. E qualcuno, ad un certo punto, esce per una sigaretta. Ordinano, una, due, tre consumazioni a volta, dipende dal tempo che passano qui.
Poi capita che ci si guasti la macchina del caffè. E allora dobbiamo far capire che succede. La ragazza in questione prova a chiedere una serie di cose che noi, nostro malgrado, dobbiamo rifiutarle, ma alla fine arriviamo ad un accordo su cosa consumerà: continua ad insistere che lei vuole solo prendere qualche cosa, non importa cosa (e ci vengono in mente alcuni avventori assolutamente autoctoni che invece si siedono al tavolo con i loro compagni di studi o lavoro, usano il nostro wi-fi, riscaldamento -quando c’è-, luce elettrica, bagno, e poi escono belli come sono entrati, facendo gli indiani).
E poi il famigerato momento magico, la scintilla. Dopo tutte le volte che è stata qui, dopo la debacle della macchina del caffè in panne, ridiamo dicendole tuttapposto, Zì, puoi prendere ciò che vuoi! E lei come di consuetudine ordina e si siede al tavolo e comincia a studiare insieme ai suoi amici. Ma siamo poi non a non saperci tenere il cecio: ne approfittiamo e quando viene a pagare le chiediamo cosa studia. Dice purtroppo ingegneria. Replichiamo tosta! Lei ride e a totale sorpresa ci chiede cosa abbiamo studiato noi. Mai accaduto, da che ci ricordiamo! E allora si inizia parlare e si scopre che è turca, come i suoi compagni, che l’italiano (le diciamo che se la cava alla grande!) lo ha sempre voluto parlare, ma non lo ha mai veramente studiato, minimizza. E poi ci chiede del locale, perché per lei è speciale, perché è un luogo che non riesce a definire, dove si sta bene, ma dove c’è modo di concentrarsi, attorniati da persone affini. Ridiamo dicendole: il saotto di casa fuori da casa! Ride anche lei e poi ci ringrazia.
Perché?
Per tutto questo! E poi fa roteare gli occhi intorno a lei, indicando tutto attorno.
Bon, ci son giornate che nonostante la pioggia è valsa la pena alzarsi dal letto, e spesso la Luna (la Varietà Umana che ospita) ce le ragala!