L’altro giorno ascoltando un programma alla radio abbiamo sentito una cosa interessante, che ha fatto vibrare le già movimentate rotelline del nostro cervello. La trasmissione parlava di salute e in particolare il focus erano i vizi: ludopatia, tabagismo, alcolismo, dipendenza da droghe, l’incapacità che alcune donne hanno di slegarsi da un compagno violento.
Direte: mannaggia, ma che taglio difficile e tortuoso prende questa newsletter! No, niente panico, vogliamo parlarvi del punto di vista usato dai conduttori e dai medici intervenuti, perché ci è parso assai inconsueto e per questo interessante. Il focus, invece di incentrare l’attenzione sul vizio, appunto, sulla dipendenza, sulla schiavitù e sudditanza parlava di abitudini.
Le abitudini sono un un corredo inscindibile di tutti noi umani. Abbiamo modi di fare e di vivere, opinioni, gusti e inclinazioni, e tutto questo amalgama crea in noi l’attitudine all’abitudine.
Nella trasmissione veniva fatto notare che un’abitudine portata al suo eccesso può rivelarsi dannosa e creare quindi una criticità, ma… di abitudini si tratta, che solo se estremizzate diventano dannose.
Figurarsi, girare il punto di vista in questo senso ci ha fatto tornare indietro, tra i banchi di scuola, quando spesso le parole le cercavamo sul dizionario etimologico.
E così abbiamo voluto fare anche in questo caso, per andare in profondità in un discorso così affascinante: ancora una volta la nostra bella lingua ci ha colto di sorpresa!
Leggiamo: “abitúdine lat. HABITÚDINE(M), derivato secondario di HÀBITUS abito (v.q.v.). – Propr. Costituzione del corpo; solo per estens. Inclinazione, Disposizione, Attitudine ingenita; Consuetudine.”
L’abitudine quindi come l’abito che indossiamo, che ci rappresenta e racconta, che ci piace portare, a cui siamo ritualmente legati.
Forse vedendola in questo modo, sempre senza sminuire le patologie correlate, il vizio (definito come Magagna, Difetto, Imperfezione, tanto del corpo quanto dell’animo) fa meno paura, riesce ad affrontarsi non come un macigno, una montagna da scalare, ma come un disco interrotto a cui sollevare la puntina, un meccanismo inceppato cui togliere l’intoppo.
Per primi ci sentiamo degli abitudinari che spesso sforano nel vizio, non sapendo abbandonare quell’abitudine cui siamo così affezionati: far colazione a gambe incrociate sul divano, mangiare miele a cucchiaiate, rubare pietanze con le mani direttamente dalla pentola, accendere la radio appena si entra in casa, ancor prima di togliersi la giacca, sedere al tavolino preferito nel bar di fiducia…
D’accordo, stiamo minimizzando, ma forse l’intenzione della trasmissione di cui sopra era proprio quella di alleggerire più che appesantire, rendendo tutto alla portata di esseri umani che, in quanto tali, sono in grado di smontare meccanismi che loro stessi hanno ingenerato interrompendo un’abitudine che solo perché troppo spesso ripetuta ha perso il suo grado di piacevolezza trasformandosi nell’odiato vizio.
Detto questo un vizio non dovete perderlo, perché, pur patologico e creante dipendenza, siamo sicuri abbia effetti benefici sul vostro stato di salute psico-fisico: approdare sulla Luna’s!