Buongiorno, Lunatici!
Come state? Tutto bene? Noi non possiamo lamentarci, anche perché, sebbene maggio si fosse annunciato oltremodo caldo, le temperature sono scese a più miti consigli, quindi anche lavorare ci risulta essere meno faticoso.
La buona notizia degli ultimi giorni è che, udite udite, potremo tenere il nostro mitico dehor fino a fine settembre, quindi non siate timidi e approfittatene! Anche perché chi già lo conosce e lo ha sperimentato può confermare che è sempre attraversato da una piacevole brezzolina che rende lo stare seduti ai nostri tavolini oltremodo gradevole… Non parliamo poi del fatto che potrete come sempre gustare i nostri pranzetti sfiziosetti, i nostri dolci superbuoni, i nostri Ap(p)erò accattivanti, perciò non indugiate e venite a trovarci! Saremo infatti aperte buona parte dell’estate e chiuderemo solo le due settimane centrali di agosto, ovvero dal lunedì 8 a sabato 21 agosto compresi.
Ma ora veniamo alla riflessione di questa settimana. Ci è balzata in testa vedendo giocare un cucciolo di gatto da poco entrato a far parte delle nostre vite. Una palla di pelo minuscola, curiosa e piena di voglia di giocare. Sbang! Il cuore ha cominciato a battere forte emozionandosi per quell’affarino così pieno di vita, ma la mente (figurarsi se quella ogni tanto se ne vuole stare zitta!) ha cominciato a pensare, mettendo in moto le sue rotelline e ci ha fatto partorire il pensiero che andiamo a condividere.
Vero, vero, vero… partiamo dal presupposto che siamo esseri umani oltre che animali, ma è anche vero che noi si è stati cuccioli a nostra volta, e tutti abbiamo sperimentato quella spensieratezza, quella leggerezza d’azione e movimento, quella voglia di scoprire e di estasiarsi per la cosa più minima, il farsi colpire dal più piccolo movimento, il meravigliarsi capendo gli spazi e imparando a relazionarsi goffamente con ciò che ci circonda. Nei cuccioli di uomo c’è più pianto, più sofferenza, più frustrazione e difficoltà. Sarà l’essere bipedi che ci priva di un po’ di quella libertà anche di cascare e non piangere, anche di riprendere la corsa dopo aver picchiato contro un ostacolo? … Poi accade, crescendo, che le cose ormai le sappiamo, che molto di ciò che ci è attorno ormai lo conosciamo, che spesso diamo per scontato tanto di ciò che prima ci faceva sbalordire. E quindi si perde un po’ di magia, freschezza, voglia di mettersi in gioco senza troppe remore. E siamo un groviglio di e ma se, e se ma, però sai, non saprei, non so se è il caso, forse sarei più cauta/o…
Ecco. Ve bene. Anche perché uscendo da due anni (e rotti) di pandemia non vogliamo proprio insegnare nulla a nessuno e tantomeno sciorinare facili morali da quattro soldi.
Vorremmo solo che vi sedeste davanti ad uno specchio, vi guardaste bene e trovaste il motivo per ridere a crepapelle, fosse anche una gran pernacchia. Prendendovi gioco di voi, alleggerendo, giocando e ricominciando la partita con un carico molto meno pesante. Tentar non nuoce. Al limite riderete un gran po’, facendo vostra una frase del Grande Lucio Dalla: “E per che cosa mi dovrei pentire
Di giocare con la vita e di prenderla per la coda,
Tanto un giorno dovrà finire” (Siamo dei)
Detto questo vi salutiamo e fatevela, ‘sta risata!