Buongiorno Lunatici!
Dopo il silenzio estivo eccoci tornate a scrivervi le nostre missive settimanali. Scorrendo la mail potrete vedere quante belle cosine bollano in pentola: gli eventi che apriranno la stagione, il BookLab e un percorso di scrittura creativa, senza contare la nostra tessera pranzi, i mercoledì scacchistici e il nostro brunch, che riprenderà da domenica 22 settembre. E in seguito vi parleremo anche dei giovedì letterari. Per tutti i gusti, quindi, non vi pare?
Ma ora veniamo a noi. Molti di voi lo sapranno, ma proprio la domenica prima di riaprire i serrandoni lunatici, il 25 agosto, siamo state raggiunte da una notizia che ci ha lasciate senza parole e piuttosto sgomente. Il nostro amico raccontastorie e paroliere Giorgio Olmoti ci ha fatto uno dei suoi scherzi: si è accasciato sulla sua moto dopo un bel giro con la sua amata Stef e non si è più rialzato. Se n’è andato lasciando un vuoto che ha più i contorni di una voragine.
Così, d’improvviso, tutti gli amici, tutti coloro che l’hanno conosciuto e apprezzato, tutti coloro che per vie le più disparate gli volevano bene sono rimasti attoniti, dovendo mandare giù un boccone davvero molto amaro.
Per noi Giorgio è stato un compagno di viaggio fin da quando abbiamo messo piede sulla Luna. Dal 2014 infatti, una volta al mese (ultimamente una ogni due) veniva a raccontarci pagine di romanzi con Persi in un buon libro. E negli ultimi tempi eravamo passati a Raccontiamo canzoni. Il suo modo di narrare non si può descrivere, ma è sempre stato unico, condito di molta libera interpretazione, un’intensità e un trasporto notevoli, la chiusura con il pugno che batte sul petto, come a sigillare un patto con il suo popolo di affezionati.
Ma Giorgio per noi è sempre stato anche molto altro. Quello delle battute sornione, quello che ci porta i bikers che noi strigliamo a dovere, quello che passa dopo la riapertura estiva perché vuole vedere come butta, vuole venire a salutarci, perché ci tiene, è nostro Amico. Ma forse anche un po’ Fratello maggiore, Zio di tanto in tanto. E Padre. Tanti sono i fili più o meno dolorosi, più o meno gioiosi che ci hanno legato in questi anni.
Avevamo già programmato il calendario anche per quest’anno e, date alla mano, lui ci aveva risposto con un: “ci sono!” convinto, entusiasta. E invece. Invece dobbiamo arrenderci al fatto che non verrà più a narrare, non riempirà più le serate con le sue risate a tutti denti, con gli occhi ammiccanti, a saettare qui e lì pensando alla prossima arguzia.
Abbiamo riaperto con un pezzo in meno e una pesantezza in più, e, anche se sono passati giorni, continua ad essere inverosimile. Continuiamo a farci una ragione pensando che in fondo è stata una morte bella per lui. Così, di punto in bianco, mentre era nei suoi luoghi, mentre stava vagabondando come piaceva a lui, con al fianco la Compagna di sempre. Ebbene, egoisticamente non ci basta, anche se ci conforta. E resterà sempre quello spazio vuoto, questa assenza, questa grandissima mancanza.
Ma bando alle chiacchiere e alle smancerie: Giorgio ci avrebbe mandato a quel paese leggendo queste righe, probabilmente. E dunque chiudiamo con un saluto molto laico e soprattutto con un brindisi, che arrivi ovunque Tu sia, Giorgio. Qui ti si vuole un bene grande, che sarà sempre coniugato al presente. Fa’ buon viaggio!