Buongiorno Lunatici!
Scusate l’assenza della scorsa settimana, ma abbiamo avuto giornate travagliate: il festone lunatico, la chiusura della stagione eventi, il dehor che è tornato a far parte integrante del nostro satellitone… insomma: siamo state in altre faccende affaccendate, ma eccoci qui a raccontarvi cosa succederà prossimamente da queste parti!
Da questo giovedì, 20 giugno, potrete sbarcare sulla Luna anche per cena. Vi proponiamo infatti le nostre cene nelle serate di giovedì, venerdì e sabato, ma attenzione: questo sabato, 22 giugno, la cena non verrà servita perché Uzzi sarà all’Alfieri ad esibirsi nel saggio di discipline aeree della sua scuola e Aila farà parte del pubblico, quindi sabato 22 apriremo per i pranzi e parte del pomeriggio, poi abbasseremo i serrandoni.
Saremo chiuse anche domenica, dato che da questa settimana (17-22 giugno) abbiamo iniziato l’orario estivo aprendo il lunedì e chiudendo la domenica. Vi infomiamo altresì che saremo chiuse anche lunedì 24 per la festa di San Giovanni, ma dal 25 giugno in poi saremo aperte con il nuovo orario:
Lunedì-Mercoledì 12-22
Giovedì-Sabato 12-23:30
Domenica chiuso
Date le informazioni pratiche ora veniamo alla piccola riflessione che vorremmo condividere con voi. L’altro giorno si era dall’altra parte della città, fermi ad un semaforo, e pensando al più e al meno abbiamo notato alla fermata dell’autobus vicina due donne velate con quattro o cinque marmocchi intorno: chi sulle ginocchia di una delle due donne, chi seduto sulla panchetta, chi in piedi saltellando qui e là.
Ad un certo punto parte l’ilarità generale, perché sia le donne sia i marmocchi si mettono a parlare ad alta voce (in una lingua a noi incomprensibile) battendo a ritmo regolare la mano aperta sulla bocca, un po’ come gli indiani d’america, per distorcere i suoni. E in effetti uscivano trilli, sibili, urletti davvero spassosi.
E ci è venuto in mente quando da bambini era anche uno dei nostri giochi e passatempi preferiti e di come anche noi ridevamo a crepapelle di poco e niente, della semplicità di un gioco che sapeva divertirci.
Da qui in poi il passo è stato breve, perché abbiamo riflettuto: ma pensa te! Chissà da quale paese verranno queste persone e personcine, ma guarda come hanno la stessa maniera di trovare un passatempo che li faccia ridere insieme, a discapito dell’età, proprio come facevamo noi!
E allora dove sta la differenza, il sentirsi distanti culturalmente? Spesso, crediamo, si riuscirebbero a trovare molti più punti di contatto rispetto a quelli divisivi semplicemente osservando i dettagli, cogliendo sfumature, non generalizzando, ma cercando ciò che ci unisce e non ciò che ci contrappone.
A noi è venuto in mente questo osservando un gioco puerile, ma si potrebbe applicare a molti altri aspetti della nostra quotidianità: impegnarsi a trovare ciò che amalgama, che alla fine poi si risolve in buona sostanza nell’essere tutti, ma proprio tutti, esseri umani capaci di provare sentimenti emozioni, di entrare in empatia con gli altri, per quanto in un primo momento possano sembrare distantissimi da un noi che, visto da questa prospettiva, perde totalmente di significato!