Buongiorno Lunatici!
Che ci dite dei vostri vuoti, dei pieni, degli incompiuti? Siete poi riusciti a esercitare la vostra immaginazione? Lo speriamo!
Abbiamo riflettuto un po’, ma poi ci siamo risolte e abbiamo deciso di affrontare l’argomento, anche perché è ampiamente trattato da tutti i media: social, tv, radio, carta stampata. Chi siamo noi per non dire la nostra?
Ebbene sì, anche noi si è visto C’è ancora domani, prima opera da regista della già alquanto stimata Paola Cortellesi. E dobbiamo ammettere che è un film che spiazza (in positivo!), a partire dal titolo, che si comprende appieno solo a pellicola conclusa. E spiazza anche per le musiche, spesso in linea con l’epoca narrata, ma altre volte in netto contrasto, quasi psichedeliche, rombanti, modernissime, utili a livello narrativo per descrivere una situazione, uno stato emotivo, un’atmosfera. Spiazza perché ci fa rendere conto che le Devoannà nel nostro Bel Paese devono essere state tante, purtroppo (e per fortuna). A mangiare umiliazione, botte, amarezza e sottomissione. Ma spiazza anche perché racconta la Storia dalla parte da chi l’ha vissuta a bocca chiusa, a sgranare giorni sempre uguali, in un mesto rosario in cui svegliarsi e andare a dormire sono solo la battuta d’inizio e quella d’arresto di un oceano di doveri e di dedizione non riconosciuta.
Ci ha conquistato, commosso, ci ha fatto arrabbiare, ma anche riflettere ed avere un’impennata d’orgoglio, perchè ci ha raccontato una parte profonda e importante di noi tutti, di tutte le generazioni che si sono avvicendate su suolo italiano dal secondo dopoguerra a questa parte.
Abbiamo riso, comunque, abbiamo sognato, abbiamo viaggianto indietro nel tempo e nei ricordi, abbiamo parteggiato e infine abbiamo pianto, lacrimoni caldi di sorpresa, emozione, partecipazione, identificazione.
E siamo grate che da ora in poi esista un film così intelligente, delicato, duro, pieno d’integrità e onestà intellettuale.
Dovremmo vederlo tutti, ma proprio tutti. Donne, uomini, ragazze, ragazzi, bambine, bambini, mogli, mariti, fidanzate, fidanzati, sorelle, fratelli, cugine, cugini, madri, padri. Chiunque, nessuno escluso, perché è una storia universale e universalmente condivisa e condivisibile.
Quindi, se ancora non vi è capitato, fatevi un favore e andate a vederlo. E con la consapevolezza che regala il mondo diverrà forse un posto migliore.