Robbie Arnott
NED E LA BALENA
(NNE – Trad. di Guido Calza, € 19)
In una piccola valle della Tasmania, il giovane Ned aiuta il padre a prendersi cura del frutteto di famiglia. I suoi due fratelli maggiori, Bill e Toby, sono partiti per la guerra, e Ned combatte il timore di non rivederli più coltivando in segreto un sogno: solcare con una barca tutta sua le acque del fiume Tamar fino alla foce, dove si crede dimori una balena impazzita. Così, mentre il padre lavora la terra e la sorella Maggie si occupa degli animali, lui va a caccia di conigli, vendendo le loro pelli per finanziare le sue ambizioni nautiche. Con il passare delle stagioni, Ned cresce e si innamora di Callie, la sorella del suo migliore amico, e insieme a lei impara le lezioni dell’amore e delle responsabilità familiari. E quando una tempesta decima il raccolto del frutteto, Ned deve decidere cosa proteggere: i suoi sogni di bambino o il futuro delle persone e della terra che lo circondano. Poetico, tenero e feroce, Ned e la balena è un romanzo di formazione, la storia di una vita semplice spesa alla ricerca incessante di un amore per cui affrontare ogni paura. Robbie Arnott ci svela i desideri più profondi degli esseri umani, custoditi da una natura selvaggia e indomabile come scintille di eternità.
Questo libro è per chi ama aspettare il temporale a letto, per chi ha sempre sognato imprese epiche come quelle dei miti classici, per chi ha provato a cercare in un libro una persona perduta, e per chi conosce la gioia vibrante di un desiderio che si avvera, un sentimento capace di smantellare anche la paura più grande.
Matthieu Aikins
CHI è NUDO NON TEME L’ACQUA
(Iperborea – Trad. di Luca Fusari , € 19)
È il 2016 e a Kabul, quando cala il sole, si accendono i falò nei cortili e si brinda in segreto. Si tiene alto il volume dello stereo per cancellare quello che sta fuori: la guerra che va sempre peggio, i talebani che avanzano, mentre i boati delle bombe echeggiano nelle strade. La speranza ha lasciato il posto alla paura e per molti la fuga dal Paese è l’unica via. Anche Omar, un giovane che si guadagna da vivere come interprete per le forze statunitensi, decide di affidarsi ai «facilitatori» che promettono di farlo arrivare in Italia. Ma non è solo: negli anni di lavoro insieme, il giornalista canadese Matthieu Aikins ha imparato a conoscerlo in profondità e a volergli bene. I suoi antenati vengono dal Giappone, e il taglio degli occhi, i capelli e la barba folti e neri gli danno l’aspetto di un afghano. Fingendosi un migrante, Matthieu segue Omar sulla famigerata rotta che porta al Mediterraneo attraverso i passi montani dell’Asia centrale. A sbarrare loro la strada trafficanti spietati che conoscono solo l’alfabeto dell’oro e delle pistole, fiumi insuperabili come interi oceani, frontiere protette da visti, leggi di parlamenti lontani, echi di dibattiti in tv. Ed è il sogno di abbattere questo muro invisibile a spingerli nel mare agitato fra Turchia e Grecia, dove il loro viaggio si trasforma in uno spaventoso inseguimento notturno. Con la costruzione serrata di un thriller e l’acume politico del miglior giornalismo d’inchiesta, Chi è nudo non teme l’acqua è una grande epica contemporanea, una storia universale di amicizia e coraggio, un grido di denuncia che è prima di tutto un atto d’amore.
Anne Akrich
IL SESSO DELLE DONNE
(Neri Pozza – Trad. di Martina Magri, € 17)
In un flusso travolgente, Anne Akrich ci trascina di fronte alla montagna dei suoi ricordi da scalare (alcuni estremamente dolorosi, altri semplicemente esilaranti), dei suoi pensieri spesso «grigio antracite tendenti al nero ebano», per capire come ci ritroviamo a leggere le spavalde confessioni di una donna, per sua stessa definizione, «vulvocentrica». Il punto di partenza è proprio il sesso delle donne, da cui tutto è cominciato, da cui da sempre tutto comincia. Con una metafora bellica, è la trincea da cui raccontare il campo di battaglia che è diventata oggi la relazione tra donne e uomini, da cui raccontare le storie di guerra e di vendetta che tutti, pure quelli che non lo sanno, devono ascoltare ancora e ancora. In questo libro iconoclasta, in cui la rabbia arrembante si mescola all’umorismo corrosivo, Akrich si spinge con rara audacia a esprimere a voce alta ciò che molte donne confessano solo a sé stesse e che molti uomini si rifiutano perfino di concepire: la centralità del desiderio femminile, l’ambiguità della maternità, le infinite gradazioni dello stupro, l’enorme zona grigia del consenso, il dialogo impossibile tra i sessi, l’importanza delle parole esatte per nominare tutto questo. Un atto ancora necessario – anche dopo decenni di femminismo – a superare la misoginia pervicace e secoli di stereotipi sul sesso, e sul piacere femminile.
E se la risata fosse l’arma più potente per seppellire i nostri sterili antagonismi?
Maylis Besserie
I DISPERSI AMORI
(Voland- Trad. di Daniele Petruccioli, € 18)
Sepolto in Francia nel 1939, nel cimitero di Roquebrune-Cap-Martin, e reso all’Irlanda solo una decina d’anni dopo, lo spirito di William Butler Yeats risorge sotto forma di spettro. Bruscamente ridestato a causa della comparsa di documenti diplomatici che gettano dubbi sul contenuto della bara riportata in patria, Yeats esce dalla tomba per raccontare il suo tormentato amore con Maud Gonne, una storia legata all’indipendenza irlandese della quale entrambi furono protagonisti… Maylis Besserie torna con un nuovo palpitante romanzo sull’uomo che è stato forse il più grande poeta di lingua inglese.
Emanuele Trevi
LA CASA DEL MAGO
(Ponte alle Grazie, € 18)
Nel memorabile incipit di questo libro, la madre di Emanuele Trevi, allora bambino, riferendosi al padre pronuncia più volte un’istruzione enigmatica: «Lo sai com’è fatto». Per non perderlo (ad esempio fra le calli di Venezia, in una passeggiata dell’infanzia) occorre comprendere e accettare la legge della sua distrazione, della sua distanza.
Il padre, Mario Trevi, celebre e riservatissimo psicoanalista junghiano, per Emanuele è il mago, un guaritore di anime. Alla sua morte lascia un appartamento-studio che nessuno vuole acquistare, un antro ancora abitato da Psiche, dai vapori invisibili delle vite storte che per decenni ha lenito, raddrizzato. Il figlio decide di farne casa propria, di trasferirsi nella sua aura inquieta e feconda, e così prova a sciogliere (o ad approfondire?) l’enigma del padre. Muovendosi nel suo mutevole territorio − fra autobiografia, riflessione sul senso dei rapporti e dell’esistenza, storia culturale del Novecento − Emanuele Trevi ci offre il suo romanzo più personale, più commovente, più ironico (e perfino umoristico): una discesa negli inferi e nella psicosi, una scala che avvicina i vivi e i morti, i savi e i pazzi. Perché ogni vita nasconde una luce, se la si sa stanare; e i gesti e le parole più semplici rimandano alla trama sottile dell’essere, se li si sa ascoltare, se si sa lasciarli accadere.
Alice Urciuolo
LA VERITà CHE CI RIGUARDA
(66th&2nd, € 18)
Milena Cervi ha quindici anni quando sua madre Angelica entra nella Chiesa della Verità, un culto nato a Roccanuova, paese tra le montagne della Ciociaria, e presto diffusosi in tutta Italia. Il leader spirituale di questa Chiesa, che molti definiscono una «setta», è Tiziano Valentini, ex impiegato di banca e padre di famiglia. I suoi fedeli giurano che compia opere straordinarie, i suoi detrattori sostengono con uguale convinzione che sia un truffatore. Nel corso del tempo, Milena assiste impotente al cambiamento della madre: Angelica fa continue donazioni in denaro e si mostra sempre più incapace di riconoscere le ambiguità del culto di cui fa parte, mentre suo marito, pur di non separarsi da lei, l’asseconda e spera in un suo ravvedimento. Così, per sfuggire al destino che sembra inghiottire la sua famiglia, a vent’anni Milena decide di trasferirsi a Roma. Qui incontra Emanuele, un uomo più grande di lei nel quale crede di vedere la cifra del suo riscatto. La loro relazione all’inizio si presenta come un perfetto sogno d’amore, ma presto assume i contorni di un rapporto manipolatorio, di un legame tanto più doloroso quanto più difficile da spezzare.
Un legame non così diverso da quello che tiene stretta sua madre a Tiziano.
Con La verità che ci riguarda Alice Urciuolo racconta l’eredità emotiva che viene trasmessa di madre in figlia e le infinite distorsioni dell’amore.
William Atkins
UN MONDO SENZA CONFINI
(Adelphi- Trad. di Francesco Francis, € 28)
Un terzo delle terre emerse è costituito da deserti, in gran parte desolati e inospitali. Perché un ambiente così ostile ci affascina da sempre? Quali corde profonde fa risuonare in noi il luogo metafisico per eccellenza, dove terra e cielo si confondono, dove la vita umana è appesa a un filo? Animato dallo spirito di avventura dei grandi esploratori del passato, e spesso armato dei loro libri per ripercorrerne le tracce, William Atkins ci conduce alla scoperta di un mondo che è tanto interiore quanto fisico. E mentre ci offre il resoconto di sette viaggi compiuti nelle regioni desertiche più remote, meravigliose e spietate al tempo stesso – dal Quarto Vuoto dell’Oman al Victoria australiano, dal deserto del Gobi a quelli degli Stati Uniti -, ne descrive l’ecosistema, la geologia, la flora e la fauna, i popoli che li abitano e la storia che li ha modellati, dalle trivellazioni petrolifere ai test nucleari, fino agli odierni raduni hippie. Ma Atkins non è soltanto un trascinante narratore di viaggi: il deserto è qui esplorato anche come strumento di connessione profonda con noi stessi e con la natura, manifestazione ultima dell’immobilità e del silenzio. Una visione che del deserto trasmette tutta l’immensità – e ci ricorda che, anche in un mondo dove ogni paesaggio è disponibile con un click, avventura e scoperta, solitudine e isolamento sono ancora possibili.
Piergianni Cutri
GLI AMANTI PERDUTI NEL TRANSFINITO
(Miraggi, € 14)
Maria e Giuseppe cercano un po’ d’intimità (soprattutto Giuseppe, in realtà, poiché Maria è un’influencer molto impegnata in difesa del concetto di verginità) e finiscono nell’albergo più grande della città, anzi dell’universo: l’Hotel Hilbert. Tra le infinite stanze dell’albergo ce ne sarà almeno una per loro, no?
Le cose, però, non sono così facili e il sornione concierge, laureato in matematica, sfrutta tutte le opportunità che gli vengono offerte dalla logica dell’infinito, che vale nell’Hotel Hilbert, e che appaiono erroneamente paradossali a chi vive nel finito, per irretire i due ragazzi e tentare di sedurre Maria. Nell’hotel, per esempio, alloggiano infinite copie di chiunque, e dunque infinite Marie, che per di più a loro volta vivono tutte le loro possibili vite, tutti i possibili amori e poliamori, e perseguono tutte le possibili missioni e tutti i loro contrari. Così, tra passioni, tradimenti, delusioni e successi, si snocciolano le avventure di Maria, Giuseppe e del concierge, verso un finale imprevedibile.
Be’, si dirà, fuori c’è un mondo finito, dove le cose accadono una volta sola e ciascuno di noi non è che un irripetibile sé stesso (o così ci sembra), dove le storie (anche quelle d’amore) sembrano uniche. Forse, però, le cose non sono esattamente così, perché, come si vedrà, la logica del finito dipende strettamente da quella dell’infinito.
Lukas Barfuss
KOALA
(L’orma – Trad. di Margherita Carbonaro, € 16)
Il koala è un animale pigro, dorme quasi sempre e abbandona il proprio albero il meno possibile. Preda facile e inerme, è tutt’ora a rischio di estinzione.
«Koala» è stato soprannominato fin dai tempi degli scout un uomo schivo e indolente, un uomo che un giorno sceglie di togliersi la vita. Il fratello minore, che lo frequenta poco e solo per dovere, è lo scrittore Lukas Bärfuss, che comincia a interrogarsi, ricostruisce i rapporti famigliari, contatta gli amici, interpella casi clinici e antiche saggezze. Inseguendo il mistero di un’esistenza il racconto cede al fascino di quello strano soprannome e approda, fra storia e immaginazione, dall’altra parte del mondo, nel cuore oscuro della sanguinosa colonizzazione dell’Australia. Incrociamo così i destini del tenente Ralph Clark, che si strugge d’amore su una nave in mezzo all’oceano, o dell’esploratore Francis Barrallier, partito alla ricerca di un introvabile passaggio fra impervie montagne.
Romanzo autobiografico atipico e coinvolgente, che con un abile gioco di prestigio si tramuta da indagine intima in documentato resoconto d’avventura, Koala è una potente riflessione sulla violenza e sul rapporto fra essere umano e mondo animale, una difesa delle ragioni della pigrizia e della libertà di rinunciare.
Ólafur Ólaffson
SOTTO LA PIOGGIA GENTILE
(Einaudi – Trad. di Alessandro Storti, € 17,50)
Con l’arrivo della pandemia, Kristófer, vedovo di 74 anni, è costretto a chiudere il suo ristorante a Reykjavík, sprofondando in una spirale di incertezza e malinconia. Fino a quando un messaggio su Facebook di Miko Nakamura, una donna che aveva conosciuto da giovane a Londra, lo trascina inesorabilmente in una storia d’amore che credeva di aver dimenticato e lo costringe a partire, dopo tanti anni, per il Giappone. In un itinerario che lo porterà non solo a rivedere Miko, ma anche a ripercorrere piú di cinquant’anni della sua esistenza. Lirico, sentimentale e ricolmo di grazia, un romanzo che esplora il peso che gli amori e le amicizie del passato continuano ad avere sulla nostra vita.
«Forse credevo di lasciarmi alle spalle quella città, con tutto ciò che aveva attinenza con essa; forse credevo che con il tempo sarei riuscito a ricominciare daccapo. Ma l’ho portata con me, allo stesso modo dei libri che avevo chiuso nello scatolone, e della tazza da tè che ho tenuto in mano per tutto il volo, la stessa che stamattina ho lasciato sul tavolo della cucina. Nel mio bagaglio ho messo la città, i ricordi, la gioia, la tristezza, la rabbia… e quell’amore che mi è stato d’ostacolo in tante cose, per tutti questi anni».
José Ovejero
FUMO
(Voland – Trad. di Bruno Arpaia, € 17)
Una donna e un bambino vivono in una baracca in mezzo alla foresta, non hanno legami di sangue ma insieme formano una famiglia, atipica e silenziosa. Il rapporto tra i due si riduce a gesti, sguardi e abitudini condivise. La vita nella baracca è semplice, primitiva, finalizzata alla sopravvivenza, mentre il mondo fuori è ostile e selvaggio, il cibo scarseggia, la civiltà e la tecnologia sono echi lontani, appartengono a un passato dimenticato… Con uno stile asciutto e poco rassicurante José Ovejero ci racconta un futuro primordiale abitato da personaggi solitari e senza alcuno spirito eroico, e ci spinge a riflettere sull’animalità profonda della natura umana ma anche sulla sua straordinaria capacità di resistenza.
Solvej Balle
IL VOLUME DEL TEMPO I – L’enigma
(NNE – Trad. di Eva Kampmann, € 14,90)
È il 18 novembre. Tara Selter è una libraia antiquaria e si trova a Parigi per lavoro. Quando si risveglia il mattino dopo nella sua camera d’albergo, si accorge che è ancora il 18 novembre. Disorientata, torna a casa dal marito Thomas per cercare aiuto. Lui le crede, ma non è prigioniero del tempo. Così Tara ogni mattina deve spiegargli daccapo l’enigma che sta vivendo, le strane leggi che regolano il suo mondo – alcuni oggetti restano con lei, altri svaniscono misteriosamente. Confusa e sola, inizia a tenere il diario del suo unico giorno infinito, nel tentativo di comprendere la fisica indecifrabile che ha trasformato il suo tempo in uno spazio di cui è l’unica abitante. Finché, dopo un anno, decide di tornare a Parigi, dove tutto è iniziato, nella speranza di trovare il varco nel flusso del tempo e riconquistarsi un futuro. Nel primo romanzo di questa saga in sette libri, Tara Selter vive il suo unico giorno come uno spazio da esplorare nei minimi dettagli, con i suoi misteri e le sue gioie inspiegabili, con la meraviglia per una pioggia sottile, un cielo stellato. Solvej Balle ci conduce in una piega del tempo, un luogo accogliente e spaventoso, denso e rarefatto come l’universo.