Filippo Balestra
TROPPO
(tipografiahelvetica, € 15)
Dalla prefazione di Milo Miler
La sovrabbondanza di beni genera scarsità di tempo. Ivan Illich
“Un giorno mi capitò d’ascoltare l’autore di questo libro. Declamava una poesia sui troppi sciampi (o shoppings, boh?). Mi fulminò. Ecco, in quel momento mi dissi: è lui! Lui non lo sapeva che avrebbe scritto un pamphlet sul troppo ma io sì. Il tempo è scorso ma la necessità non è svanita. ecessità di riflettere su un tema centrale delle nostre vite: il troppo. Filippo lo affronta alla sua maniera; sorridente e apparentemente scanzonata. E ti coinvolge e hai vogliad’andare avanti, sempre più avanti per veder dove arriva.”
Marco Miladinovic
Libro massimo di poesia
(agenziax, € 14)
Swiss italian ex jugoslavian not (yet) european poetry sketches book & superulteriori
Tutta la poesia è formulazione magica
chi la dice viene trasformato
La raccolta poetica degli ultimi cinque anni di attività di uno dei più strani casi di poesia in lingua italiana.
Uno slavo-svizzero-ticinese autodidatta folle e impenitente, anarchico e situazionista, sempre visionario, che la critica specialistica ha definito “poeta dell’autosuperamento”. Ha introdotto in Italia la “stand-up poetry” e coniugato l’acronimo P.O.P. per intendere quella “poesia orale prestante”.
Libro massimo di poesia contiene versi per lunghi e brevi respiri, per la lettura ad alta voce nei caveau di una banca o in silenzio in loco, prose poetiche, sketches à la newyorkercartoon, slogan tobogan, definizioni per liberarsi dalla zavorra del senso, revival e nonsense per spassarsela sopra le nuvole, approssimazioni, trovate concettuali e un breviario jugo per ogni evenienza. Un apparato letterario per metà illustrato in grado di sorprendere e pervertire.
Alessandra Racca
DI PANCIA (e altri organi vitali)
InternoPoesia, € 13)
Il viaggio intimo e universale della nascita, della maternità, è affrontato in questa nuova opera di Alessandra Racca con delicatezza e ironia, andando a sondare tutti i dubbi e le domande, le gioie e le paure, la forza e le fragilità, che un evento di questo tipo porta con sé. L’autrice, con il suo sguardo acceso sui dettagli del quotidiano, intraprende il dialogo interiore tra un prima e un dopo, con sé stessa e con un figlio immaginato, e poi con il figlio vero e proprio nei suoi primi mesi e anni di vita. Di pancia (e altri organi vitali) è un’investigazione sul senso di essere madre (o di non esserlo), una raccolta sull’attesa, i cambiamenti, il sentirsi inadatti, l’amore, il pensarsi e riconoscersi famiglia nel nostro tempo. È un’opera che riesce ad andare in profondità dentro queste tematiche complesse con leggerezza, ma è anche un libro sul corpo che cambia, che genera, che ci parla, un canto per la vita, nella vita.
Daniel Pennac, Jacques Tardi
GLI ESUBERATI
(Feltrinelli – trad. di Yasmina Melouah, € 17)
Nello zoo di Parigi c’è un intruso. Non è un animale, anche se lo hanno trattato come tale. È un uomo che ha perso il lavoro e che, barricandosi in una gabbia, tenta di sensibilizzare l’opinione pubblica. Ma riesce soltanto a trovare la morte: viene infatti ritrovato impiccato poco lontano da lì. Il caso è affidato all’ispettore Justin, il quale, alla ricerca del colpevole, si imbatterà in una fauna umana strampalata, confusa e sospetta. L’umorismo come chiave di lettura della nostra società, con i suoi paradossi e le sue contraddizioni, in una graphic novel in cui l’acutezza dello sguardo di Daniel Pennac trova un perfetto ed esplosivo connubio nel segno di Tardi.
Un maestro della letteratura e uno del fumetto hanno unito i talenti per raccontarci, con parole e immagini, una storia comica e insieme amara destinata, purtroppo, a restare attuale.
Carmen Pellegrino
Dove la luce
(La Nave di Teseo, € 19)
Roma, aprile 1987. Milo è un uomo che ha perso tutto per colpa di altri, devotissimo alla morte – che invoca ogni giorno, ma che non ha il coraggio di infliggersi – e costretto a vivere per strada. Federico Caffè è il Professore, figura ammantata di interrogativi destinati a non ricevere mai risposta. Il primo è un personaggio (forse) d’invenzione, il secondo un uomo realmente esistito, tra i protagonisti del dibattito politico ed economico degli anni ottanta e convinto sostenitore della necessità di assicurare alti livelli di occupazione e di protezione sociale ai ceti più deboli. La sua improvvisa scomparsa è un mistero rimasto tuttora irrisolto, il suo incontro con Milo è un nuovo enigma. Postiglione, febbraio 2023. Una voce narrante si fa carico della memoria della sua famiglia, ripercorre le fatiche e le gioie del debito d’amore che tutti abbiamo verso le nostre radici. Le vite di Milo e del Professore entrano così nella storia di una donna, di un paese, di un’intera generazione in lotta, divisa tra l’odio e la malinconia per un tempo che, forse, non tornerà più.
Carmen Pellegrino firma un romanzo magico che è una discesa vertiginosa nella memoria dei luoghi e delle persone che li hanno popolati, alla riscoperta della vita nascosta e infinita che ancora li abita. Una voce libera che erra per giardini e anime, e non si perde mai.
Brigitte Reimann
FRATELLI
Neri Pozza – trad. di Monica Pesetti, € 18)
2022: durante i lavori di ristrutturazione di un edificio in un’anonima cittadina della Sassonia, sul fondo di uno sgabuzzino per le scope che «sembra il sottoscala di Harry Potter», viene rinvenuto un plico di carte. Grazie a questa scoperta casuale, Fratelli, il romanzo più importante di Brigitte Reimann – scrittrice simbolo della DDR, insieme a Christa Wolf – ha potuto rivedere la luce a oltre cinquant’anni dalla morte dell’autrice, così come era stato scritto in origine, ovvero prima che la censura di Stato facesse il suo sottile e sistematico lavoro. Quando uscì la prima volta, nel 1963, suscitò comunque un gran clamore, sia all’Est che all’Ovest. La protagonista, la giovane pittrice Elisabeth, alter ego di Reimann in quella che oggi definiremmo un’opera di autofiction, apprende durante un pranzo di famiglia nell’aprile 1961 (il Muro sarà eretto, in una sola notte, quattro mesi più tardi) che il fratello Uli, amatissimo, è pronto a lasciare l’Est dove non vede alcun futuro. Elisabeth oltre a dipingere lavora anche in fabbrica, crede nello Stato socialista glorioso ed egualitario e ha poco tempo per convincere Uli a desistere dal suo proposito. Su Elisabeth e Uli incombono l’ombra del fratello maggiore Konrad, che ha già “tradito” fuggendo in Occidente, e gli spettri gemelli della paura e dell’opportunità. Audace come una pennellata scarlatta, la prosa di Reimann dà corpo allo scontro tra idealismo e repressione, lealtà familiare e desiderio di autonomia, tra personale e politico. Le sue sono pagine tra le più vere e toccanti sui conflitti umani nella Germania divisa, ma anche di straordinaria attualità quando dicono del coraggio di difendere le proprie idee di libertà e felicità.
Charlotte Gneuss
I CONFIDENTI
(Iperborea – trad. di Silvia Albesano, € 17)
Estate 1976, un piccolo sobborgo di Dresda. Karin ha sedici anni e la sua vita ruota intorno a Paul, il suo primo grande amore, l’amica Marie, che sogna di diventare la prima donna ad andare sulla Luna, e la sorellina di cui si prende cura mentre i genitori si stanno lasciando. Quando Paul parte per una gita in moto in Cecoslovacchia, Karin si trova in casa la Stasi e scopre che il ragazzo è fuggito all’Ovest. Di colpo il mondo esterno e il regime, finora per lei innocua cornice del quotidiano, travolgono la sua esistenza. Perché Paul se n’è andato? Perché non le ha detto niente? È riuscito ad arrivare di là sano e salvo? Sola, smarrita, incompresa da chi la crede complice o evita le sue domande per non avere guai con l’apparato, Karin conduce in segreto la propria ricerca della verità, mentre il seducente funzionario Wickwalz comincia a farle visita regolarmente, offrendo conforto e risposte ai suoi dubbi e alle sue ferite, e diventando per lei l’unica presenza rassicurante. Credendosi tradita, Karin si scoprirà traditrice, intrappolata in un gioco manipolatorio in cui non può esistere l’innocenza. Con uno sguardo intimo ma di implacabile lucidità e una lingua tersa, essenziale, capace di rendere con poche pennellate complessità e sfumature, Charlotte Gneuss racconta l’incontro tra la libertà della giovinezza e il potere autoritario, ritraendo un mondo governato dall’ambiguità a cui è così facile adattarsi per sopravvivere, un mondo dove tutto sembra scivolare tra le dita, anche la morale.
Arno Camenisch
ANNI D’ORO
(Keller – Trad. di Elisa Leonzio, € 13,50)
Da 51 anni, Margrit e Rosa-Maria gestiscono un chiosco con tanto di bella insegna luminosa e pompa del carburante. È il punto di riferimento per l’intero paese e per chiunque si ritrovi a percorrere le strade di quelle montagne. Da Margrit e Rosa-Maria sono passate persone di ogni tipo e le due donne hanno visto di tutto: auto eleganti e vecchi ciclomotori, il Tour de Suisse, celebrità e persino truffatori, ma i loro preferiti sono gli innamorati che soffrono pene d’amore. È così che al chiosco tra un caffè, una rivista e un biglietto della lotteria ci si scambia confidenze, storie accorate, parole gentili, e si svela ciò che fa vibrare gli animi. Arno Camenisch racconta con grande ironia e una certa nostalgia un mondo che cambiamento dopo cambiamento rischia quasi di scomparire, ma fino a quando Margrit e Rosa-Maria gestiranno il loro chiosco quel mondo rimarrà meravigliosamente bello e luminoso. «Anni d’oro» è una storia dal valore universale nella quale un piccolo angolo di montagna diventa specchio dei nostri tempi e, allo stesso tempo, conferma Camenisch come una delle voci più originali della letteratura in lingua tedesca di oggi.
Ron Rash
IL CUSTODE
La Nuova Frontiera – trad. di Tommaso Pincio, € 19)
Blowing Rock, Nord Carolina, 1951. Blackburn Gant, la cui esistenza è stata segnata fin da piccolo dalla poliomielite, sembra condannato a trascorrere una vita tra i morti come unico custode del piccolo cimitero. Il lavoro si addice alla sua personalità introversa e lo turba meno del contatto con i vivi. Ma quando il suo migliore e unico amico, Jacob Hampton, è inviato a combattere in Corea, questi gli affida la giovane moglie incinta Naomi. Anche lei è un’emarginata: povera e senza un’istruzione, lavorava come cameriera prima di incontrare Jacob. I due si erano innamorati perdutamente e si erano sposati contro il volere dei ricchi genitori di lui, provocando uno scandalo nella comunità.
Isolati e respinti da tutti e spaventati dalla possibilità che Jacob non faccia più ritorno, Blackburn e Naomi si fanno forza a vicenda finché un tremendo inganno sconvolgerà le loro vite. Ma nessun segreto può essere custodito per sempre.
Appassionante e intenso, Il custode è un romanzo sui legami d’amicizia, sulle contraddizioni della famiglia e su cosa significhi davvero amare.
Ginevra Lamberti
IL POZZO VALE PIù DEL TEMPO
(Marsilio, € 18)
Dalia, otto anni, dopo un incidente passa molti giorni in un ospedale che non è un ospedale perché il mondo non è più il mondo; viene dimessa, torna a casa, la casa è vuota, probabilmente tutti sono morti. Dalia, nei giorni di ricovero, conosce due bambini che hanno avuto pure loro un incidente: il bambino soporoso che non può parlare e Morena, che non si muove bene, ma riesce a scrivere. Uscita dall’ospedale, di quei bambini, Dalia per molto tempo non saprà niente. Senza famiglia, senza soldi e senza casa, Dalia viene accolta dalla vecchia Fioranna, che ha fatto la maestra, sa insegnare e sa difendersi. Fioranna insegna a Dalia due cose: che il mondo così come gli esseri umani l’hanno conosciuto esiste ancora ma è nascosto sulle montagne, e come seppellire un corpo. Così Dalia, dalla valle tiranneggiata dalla famiglia Boscarato, i padroni di sempre – perché il mondo non è più lo stesso, ma chi è padrone tale rimane –, ascende alla montagna e arriva al Villaggio dei Pozzi. Sapendo come accudire e come seppellire, Dalia sa come trattare i corpi vivi e morti, anche quelli non umani. È così che diventa l’assistente del macellaio Biagio e la dama di compagnia dell’eccentrica Orsola. Se in ospedale, da bambina, i compagni di Dalia erano il bambino soporoso e la bambina con la penna, nella sua età matura sono proprio loro: Biagio, il macellaio burbero perseguitato da una gatta bianca, e Orsola, la donna delle storie, che vive da sola in un albergo dismesso dove, come ormai ovunque, si è consumato un delitto.
La temperatura del mondo fluttua intorno ai cinquanta gradi, le coltivazioni stentano, il bestiame muore, in montagna c’è acqua ma non ci sono armi né medicinali, in pianura ci sono sia le armi che i medicinali, ma non ci sono né acqua né cibo. È naturale che i Boscarato, come fanno sempre i padroni, tentino di mangiarsi tutte le risorse. Ma quando la temperatura esterna è tanto alta il capitale umano è l’unica risorsa che resta, e mangiare non ha più un significato così metaforico.
Se Agota Kristof, nella Trilogia della città di K., ha scritto che si è davvero capaci di uccidere quando si ammazza qualcosa che non bisogna mangiare, se Cormac McCarthy, ne La strada, ha descritto esseri umani che sono riserve alimentari di altri esseri umani, Ginevra Lamberti narra come la produzione di massa cambia il racconto dell’uomo che mangia l’uomo. In un romanzo potente, per scrittura e immaginazione, in cui la tenerezza è prima di tutto un abisso, anzi un fosso, nel quale le prostitute vendono i gesti e le parole della cura e non quelli della seduzione – ammesso che ci sia differenza –, e dove il Veneto è un Far West e Venezia ha smesso di essere un pesce perché la laguna non esiste più, Ginevra Lamberti fonda la mitologia del cambiamento climatico, del rispetto dei morti senza il culto, delle leggende che si ripetono uguali e maledicono secondo maledizioni sempre nuove perché sempre nuove sono le colpe, e dell’amore, che dopo aver fatto movere il sole e le altre stelle, per secoli, adesso le fa implodere.
Bea Lema
CORPUS CHRISTI
(minimum fax – Trad. di Chiara Rea, € 20)
Quando Véra è solo una bambina, un demonio infesta la sua casa e perseguita sua madre, martellandole i nervi fino a costringerla a letto per giorni. Tra gli scongiuri della “meiga” e gli appuntamenti dallo psichiatra, anno dopo anno, la superstizione svanisce per lasciare posto alla diagnosi. Ma, nonostante la malattia, l’amore tra Véra e sua madre è più forte di ogni altra cosa, in grado di sopravvivere allo scorrere del tempo e allo stigma della società.
Corpus Christi racconta con cruda tenerezza il tabù della malattia mentale, i ruoli di cura sempre imposti alle donne, la superstizione e la società patriarcale in una Spagna povera e cattolica, attraverso un tragico quanto universale ritratto di due donne prigioniere nei ruoli di figlia, madre e moglie.
Scilla Bonfiglioli
LA SPOSA DEL VENTO
Fazi, € 18
Un affascinante romanzo d’esordio sul pittore Oskar Kokoschka e l’amore fatale che lo legò ad Alma Mahler.
Nella Vienna d’inizio Novecento, il giovane e solitario Oskar Kokoschka trasforma i suoi demoni in opere d’arte, suscitando sdegno e grande scandalo. Grazie all’aiuto del Maestro Klimt, l’artista riesce pian piano ad affermarsi frequentando i circoli intellettuali più prestigiosi e facendosi notare per l’eccezionalità del suo lavoro. Le visioni mostruose e inquietanti che lo tormentano ogni notte, tuttavia, non gli danno tregua, almeno fino all’incontro con la bellissima Alma Mahler, magnetica musa di numerosi artisti, da poco rimasta vedova del celebre musicista. Il sentimento che travolge Oskar lo libera momentaneamente dai demoni che lo perseguitano e lo porta a vivere il periodo più fortunato della sua carriera, in cui produrrà capolavori indimenticabili come La sposa del vento, dipinto immaginifico ispirato al suo amore per Alma. Quando però la donna decide di lasciarlo e l’Europa è sconvolta dall’incubo della guerra, Oskar precipita di nuovo nell’abisso e, in preda al delirio, si fa costruire una bambola con le fattezze dell’amata, che paradossalmente lo aiuterà a dimenticarla.
In una Mitteleuropa ormai al tramonto, nell’imminenza della prima guerra mondiale, il romanzo ricostruisce le atmosfere dei circoli culturali del tempo dando vita alle passioni, ai turbamenti e alle manie di uno degli artisti più innovativi e originali del secolo scorso. La sposa del vento è il racconto di un’ossessione sullo sfondo di un continente in decadenza, il resoconto incalzante di una storia tormentata e bruciante che si nutrì delle visioni del pittore rappresentando un momento unico nella storia dell’arte.
Wenyan Lu
LA DONNA CHE PIANGEVA AI FUNERALI
(Garzanti – trad. di Valeria Bastia, € 18)
In un piccolo villaggio della Cina settentrionale vive una donna che, certi giorni, indossa una lunga veste bianca, si incipria il viso e appunta con cura un fiore di stoffa
tra i capelli. È quanto le serve per svolgere il proprio lavoro: piangere al funerale di perfetti sconosciuti. Entra nelle case in lutto, si accomoda su una sedia e comincia
a singhiozzare. È talmente brava che tutti i presenti si commuovono alla vista delle sue lacrime. Ed è proprio per le lacrime che lo fa. Perché sono l’unica emozione che riesce a provare nella vita. Pianto dopo pianto, scopre però che, dietro scuri tendaggi e bianchi crisantemi, ogni famiglia nasconde dei segreti; che, dietro la mite apparenza di mogli e madri silenziose, molte donne coltivano sogni e speranze. E quando emerge all’improvviso una rivelazione che ha a che fare con il suo matrimonio, sente il desiderio di credere di nuovo in qualcosa, di essere amata, di avere un obiettivo: non le bastano più le lacrime finte. Vuole piangerne una sola, ma che sia sua davvero. Che le venga dal cuore. Eppure, quando risponde allo sguardo dell’unico uomo che la fa sentire importante, nulla va come aveva immaginato. Perché, in fondo, ha passato la vita a fingere dolore e non le è facile cogliere la sincerità quando la incontra. Neanche se si perde in una goccia che le accarezza la guancia per la prima volta.
Lidia Yuknavitch
L’IMPULSO
(Nottetempo – Trad. di Alessandra Castellazzi, € 19)
Laisvė, una ragazzina nata alla fine del XXI secolo, fugge dalla sua terra su una barca. Nelle acque dell’oceano perde la madre, e appena arrivata nel nuovo paese viene separata dal fratello neonato e dal padre. Ma, oltre il qui e ora di un’epoca segnata dall’innalzamento del livello dei mari e dallo stato di polizia, Laisvė è una portatrice: si tuffa in acqua e viaggia nel tempo, trasportando oggetti, memorie, persone – e cambiando il corso degli eventi. Entra così in connessione con alcuni personaggi degli ultimi due secoli: Frédéric-Auguste Bartholdi, uno scultore francese; Aurora, una donna che sperimenta la libertà in ogni sua forma; un assassino minorenne che in un istituto di detenzione disegna bozzetti visionari; la figlia di un dittatore, alla ricerca di una catarsi che possa affrancarla dal peso delle sue origini; e una squadra di operai impegnati nella costruzione della Statua della Libertà.
Lidia Yuknavitch ha un’incredibile abilità nel catturare storie e figure ai margini: esseri umani vulnerabili divisi tra la durezza del quotidiano e il desiderio di trascendenza. L’impulso è un romanzo sorprendente sul corpo, lo spirito e la volontà di resistere all’oppressione. Come Laisvė, nuota tra memoria e utopia, attraverso il tempo e lo spazio, i corpi e gli ideali. Ha in sé “la forza dei sogni e dell’acqua”, è “la prova che l’immaginazione è un posto reale” e la libertà esiste nel flusso dell’universo.
Arthur Dreyfus
LA FOLLE VITA DI PAUL MARCHAND
(Guanda – Trad. di Luigi Maria Sponzilli, € 18)
Tutto comincia nel 1914 nella piccola città francese di Besançon. Paul Marchand ha quindici anni e può definirsi felice: ha una «madre bussola» e un «padre effimero», va a scuola, mangia a sazietà e sogna un futuro insieme alla sua amica Mariette. Ma il 28 giugno i giornali riferiscono che un uomo ha sparato a un duca a Sarajevo: quell’assassinio avvenuto in una città di cui Paul ignora l’esistenza avrà conseguenze drammatiche sulla vita di milioni di persone, tra cui la sua. Un anno dopo, in piena guerra, Paul sta passando con la sua bicicletta per un borgo un po’ troppo vicino alle trincee, quando un’esplosione lo scaraventa in aria. Nel riprendere conoscenza si accorge di essere finito nelle mani di uno scienziato con un interesse ossessivo per l’ibridazione… e che qualcosa nel suo corpo è cambiato. Da quel momento, inizia per lui un nuovo destino rocambolesco, fatto di fughe tra Francia, Germania e Belgio, che lo porta ad attraversare pericoli, avventure libertine, grandi dolori e nuovi amori. E mentre cerca di nascondere il frutto di quel folle esperimento, Paul impara a conviverci, scoprendo come può aiutarlo a cavarsela nelle difficoltà, salvargli la vita ma anche distruggerla. La voce autentica di un bambino che si trasforma in giovane uomo ci accompagna attraverso gli anni drammatici di inizio Novecento, mostrando che, a volte, il nemico che abbiamo dentro è proprio ciò di cui non possiamo fare a meno.