Abigail Assor
RICCO QUANTO IL RE
(Marsilio – trad. di Annalisa Romani, € 17)
Sarah ha sedici anni. Oltre alla pelle color terracotta, agli occhi allungati e alle gambe da gazzella, non possiede nulla, ma sa bene cosa vogliono i ragazzi. Così, quando incontra Driss, che invece ha tutto ma non ha mai dato un bacio, si adopera in ogni modo per essere sua.
Sposarlo significherebbe dimenticare la baraccopoli in cui vive, liberarsi di una madre che pesa centodieci chili e si concede a chicchessia pur di riuscire a fare la spesa, lasciarsi alle spalle la fame e accedere di diritto al bel mondo di Casablanca.
Sotto un sole pericoloso come un naufragio, su distese di sabbia rovente, ai bordi di piscine da sogno e in feste dove la droga passa di mano in mano, si consuma un amore capace di raccontare la ferocia dei rapporti sociali, l’oppressione delle donne (a qualunque classe appartengano) e il desiderio adolescente di fuggire altrove. Per le ragazze come Sarah, però, baciate dalla fortuna di un corpo che fa impazzire gli uomini ma condannate a un destino stabilito dal censo e dal genere, l’altrove rischia di essere davvero troppo distante.
Da una delle autrici più promettenti della scena letteraria francese, un romanzo di formazione struggente, romantico e pop, vitale e ricco di atmosfera, che dà voce a chi non ne ha, e attraverso l’incontro di due anime lontanissime e simili esplora tutte le sfumature dell’ingiustizia, del privilegio e della ricerca ostinata di un altro futuro possibile.
Mimmo Sammartino
NOSTRA REGINA DEI BURRONI E DELLE MOSCHE
(Exòrma, € 18)
Prima guerra mondiale, agosto 1916: un’asina si aggira sul campo della battaglia dell’Isonzo (nota anche come battaglia di Gorizia). In quei giorni perirono, tra le opposte fazioni, circa centomila persone. Un inenarrabile massacro che, con smisurata compassione e poesia, viene invece narrato dall’asina Regina.
Lei, carica di grano e vettovaglie, marcia su crepacci e burroni, tra sangue e corpi mutilati, per portare conforto ai soldati affamati e insonni. Ma quando la caricano di fucili, obici e granate la nostra Regina pianta i suoi zoccoli a terra, non trasporterà strumenti di morte. Preferisce gli insulti e il nerbo sulla schiena. Sceglie la diserzione. La sua voce non umana raglia forte lo scempio di una guerra feroce, raglia nelle trincee di fango dove gli uomini cercano riparo e raglia a Sabella, ciuchina rimasta sola e disperata, il sogno di libertà che ha immaginato per loro due.
Regina ha un corpo ossuto, fragile, ma animato da una fibra d’acciaio e una dolcezza segreta capace di cogliere i bisbigli dei trapassati nel respiro del cielo notturno mentre misura a passi felici i sentieri dell’Appennino. Lei in certe sere raglia la sua riconoscenza alla luna. E all’alba insegue chiarori e solitudini lungo cammini tra alture, forre e pietraie, alla ricerca di teneri germogli e sorgenti. E dell’ombra di un qualche dio aggrovigliato al segreto dei rovi.
Un elogio al valore della pazienza, della cura e dell’amicizia. Lode allo scandalo della mansuetudine e della compassione. Racconto dell’alleanza gentile dei viventi nello scorrere ineluttabile del tempo condiviso.
Dana Spiotta
RIBELLE
(La Nave diTeseo – Trad. di Carlo Prosperi, € 22)
Nei sobborghi di Syracuse, stato di New York, vive Samantha Raymond, per tutti Sam, una donna qualunque di mezza età. Bianca, benestante, di idee progressiste, è sposata con Matt, ha una figlia adolescente, Ally, e la sicurezza quasi noiosa di una vita borghese. D’improvviso, però, tutto inizia a crollare. Il primo sconvolgimento è l’elezione di Donald Trump, un evento che mette in discussione molte delle certezze di Sam. A questo si aggiungono la scoperta della grave malattia della madre e i desideri di autonomia di Ally. Inoltre, Sam ha superato da poco la fatidica soglia dei cinquanta e ha inizito a soffrire d’insonnia, passando le notti a contemplare il suo corpo che ormai sente diverso, a pensare al passare del tempo e al futuro, che immagina fosco. Quando, quasi per caso, trova in vendita una vecchia ma fascinosa casa in un quartiere non troppo raccomandabile del centro, decide d’impulso d’acquistarla. È un tributo alla bellezza e alla storia della costruzione ma è anche un modo per fuggire dai sobborghi e dagli obblighi che la opprimono. Una reazione a una vita e a un marito che non sente più suoi, a una madre e una figlia che ama e che, per motivi diversi, sta perdendo, e soprattutto una ribellione contro se stessa, contro quello che è diventata. Una ribellione che, però, ha dentro di sé i semi e le speranze di una rinascita.
Dana Spiotta racconta la vita di una donna normale, alle prese con un mondo che va troppo veloce, con un corpo che cambia, e con la paura di non riuscire a fare la propria parte. Un libro acuto, ironico e intelligente su di noi e il nostro tempo, sull’essere donna, madre e figlia e sulla necessità di combattere, nonostante tutto, per ciò che si ama e in cui si crede.
Douglas Coupland
GENERAZIONE X
(Accento – trad. di Marco Pensante, € 18)
Andy, Dag e Claire sono in piena crisi dei Venticinque anni. Scappano nel deserto californiano per salvarsi dalla prospettiva di una vita frustrante, di un lavoro sottopagato, alienante o distruttivo e dall’ipotesi asfissiante di creare una famigliola standard da villetta a schiera. A Palm Springs, lontani da tutti e da tutto, cercano di trovare un senso alla propria esistenza e di capire come modificarne il tragitto. Per farlo si raccontano delle storie: partono da sogni, ricordi e struggenti fantasie, usano immagini e definizioni che nessuno ha mai utilizzato prima. Come tre superstiti che analizzano i detriti della cultura occidentale americana mentre si sfalda davanti ai loro occhi, creano una nuova mitologia, personale e collettiva, in grado di contrastare il vuoto.
Nessuno come Douglas Coupland ha saputo cogliere e, per molti versi, anticipare lo spirito dei tempi con tanta accuratezza, e restituirlo in maniera così lieve e creativa. Il suo esordio, Generazione X, è un romanzo inventivo e struggente, capace di oltrepassare il confine temporale della generazione a cui ha dato un nome (quella di tutti coloro che hanno avuto venti e trent’anni tra gli ’80 e i ’90) e di diventare un vero e proprio classico contemporaneo.
Generazione X è un libro unico come il suo formato e la sua struttura, ricco di slogan, neologismi e vignette pop art che corrono accanto al testo in un gioco di inediti rimandi. Torna in libreria con una doppia copertina (con le opere di Coupland stesso), la traduzione aggiornata a cura di Marco Pensante e la prefazione di Matteo B. Bianchi.
Cristina Henriquez
TRA DUE OCEANI
(NNE – Trad. di Roberto serrai, € 20)
Il canale di Panama è passato alla Storia come la più grande impresa d’ingegneria mai realizzata: dal 1907 la sua costruzione è durata sette anni, e ha visto centinaia di persone da ogni parte del continente impegnate nell’opera di unire due oceani, scavando nella terra per chilometri. Per Valentina e Francisco il canale è motivo di lotta, a lei toglieranno la casa, mentre lui teme la fine del suo lavoro di pescatore. Per il figlio di Francisco, Omar, è invece una speranza di autonomia e di una vita meno solitaria. Mentre per la giovane Ada Bunting, che è arrivata a Panama da Barbados, è la promessa di poter aiutare la sorella malata. Dall’incrocio di queste traiettorie individuali, mentre i lavori procedono ridisegnando i confini e la Storia, i protagonisti troveranno l’occasione di rimodellare anche il proprio destino. Con umanità e compassione, Cristina Henríquez entra nel vivo della storia coloniale americana presentando la grande opera del canale come una frattura, che si specchia nelle vite degli ultimi: uomini e donne che hanno vissuto quel momento sulla propria pelle, amando, combattendo e immaginando insieme la possibilità di un futuro diverso, un mondo più grande, un miracolo di salvezza. Questo libro è per chi vede una mappa nelle linee della mano, per chi tiene in tasca una pietra portafortuna, per chi continua a credere nel potere della meraviglia, e per chi si sente avvolto dall’aria calda come una coperta, mentre affida al mare il ricordo della persona amata.
Radhika Jha
LA FORESTA NASCOSTA
(Sellerio – Trad. di Gioia Guerzoni, € 17)
Da quando ha scelto di lasciare il Giappone e di trasferirsi a New York, Kōsuke si sente un uomo fortunato e realizzato. Ha fondato uno studio di effetti speciali che lavora per Hollywood, ha una compagna che ama, non ha rimpianti. O almeno non ne ha mai avuti, fino a quando la notizia della morte improvvisa del padre non lo spinge a tornare a Tokyo. Qui Kōsuke si trova ad affrontare una situazione inaspettata. Il genitore, un sacerdote shintoista molto amato dalla comunità, gestiva un antico santuario circondato da una imponente foresta di alberi secolari in cui Kōsuke è cresciuto con la sorella Asako. Negli anni, però, la conduzione del tempio è divenuta sempre più complicata e per ripagare i debiti il padre ha dovuto accettare molti compromessi. In tutto il paese i templi shintoisti vanno gradualmente scomparendo, i sacerdoti si indebitano sempre di più con il governo, mentre organizzazioni criminali come la Yakuza cercano di comprare i terreni su cui si trovano per farne attrazioni turistiche.
Kōsuke, di fronte a questo scenario inaspettato, mentre gli amici di famiglia gli chiedono di non abbandonare la tradizione e al tempo stesso di affrontare il futuro, è chiamato a una scelta. Potrebbe decidere di tornare subito negli Stati Uniti, dove si trovano il suo vero lavoro e la sua compagna, lasciando dietro di sé il santuario per venderlo a chi possiede i soldi necessari, che sia il mondo finanziario o il potere criminale. Oppure donare il tempio alla sorella, mantenendo il legame famigliare con quel luogo unico. Infine, potrebbe cercare e inventare un nuovo se stesso, immaginarsi in un ruolo inconsueto, e cambiare radicalmente la propria vita. Con La foresta nascosta, la scrittrice indiana Radhika Jha accompagna il lettore in un Giappone inedito, in cui mutano abitudini e certezze, modi di esistere e di pensare, tradizioni e culture, dove una visione del mondo sta gradualmente scomparendo sotto i colpi della speculazione e del profitto. A sostenere un sentimento profondo e uno sguardo acuto vi sono la maestria nel descrivere la natura e le passioni, e soprattutto la storia toccante di un uomo combattuto, in continuo conflitto con il proprio passato e con la figura ingombrante del padre, fino a comprendere la sua parte nella lotta tra la stasi e il cambiamento.