Buongiorno Lunatici del nostro cuor!
Come procedono le vostre giornate? Noi non possiamo lamentarci: siete in diversi a frequentarci e lavorare fa bene allo spirito e al portafoglio!
Restate assolutamente sul pezzo, perché prossimamente avremo eventi uno più bello dell’altro, quindi scorrete la mail per intero e poi prenotate un posto per una delle serate che ospiteremo!
Ma ora vi tocca la consueta riflessione settimanale. Che parte da una confessione: ebbene sì, anche se contro i nostri principi, ogni tanto ci capita, in emergenza, di recarci in uno di quei supermercatoni di grandi catene che attua la politica 24/24 e 7/7. Succede solitamente perché manca qualcosa di fondamentale tipo carta igienica, assorbenti, pappa per i nostri pelosetti,… e non è più orario da compere.
L’altro giorno quindi, chiuso il locale, ci è tocccato nostro malgrado entrare nella fossa del leone. Era tardi, ormai quasi le 23, però davvero eravamo rimaste senza cibarie per i nostri quattro zampe. Ergo abbiam fatto buon viso a cattivo gioco e ci siamo addentrate nel supermercatone, quasi furtivamente, e alla velocità della luce abbiamo raggiunto lo scaffale di nostro interesse. Con altrettanta rapidità siamo approdate alle casse.
Siamo nel 2024 e le automazioni la fanno da padrone, quindi in orario fuori orario è aperta solo una cassa con un essere in carne ed ossa che calcola la spesa e dà il resto. Tutte le altre casse sono fai da te: passi la spesa, chiudi il conto, paghi. In orari diurni si ha la possibilità di pagare indifferentemente in contanti, con bancomat, carta, Satispay. Ma la notte no! (Come cantava Arbore un tot di anni fa). Le casse automatiche accettano solo pagamenti a loro volta automatici, niente contante.
Ci dirigiamo a razzo verso la cassa non automatica: la nostra spesa è piccola e abbiamo monetine che coprono la cifra. Il cassiere non c’è. La guardia ci chiede di pazientare: qualcuno si è sentito male e il povero ragazzo che da solo si gestisce l’unica cassa non automatica deve occuparsi anche di questo imprevisto. Noi attendiamo, tentando di capire se tutto vada per il meglio, mentre una fila di persone si affolla alle casse automatiche, paga e va.
Il ragazzo preposto alla cassa finisce la telefonata e torna in postazione, scusandosi. Noi rispondiamo con un ci mancherebbe: devi anche scusarti perché ti smazzi tutto questo da solo, oltre al lavoro? Lui ci ringrazia per la comprensione, ma a noi rimane una curiosità: come mai dopo l’orario di chiusura le casse automatiche non danno la possibilità di pagare in contanti? Risposta lapidaria, nella sua semplicità: perché i contanti devono essere contati e tolti dalle casse, per far quadrare i conti, mentre i pagamenti elettronici vengono registrati in tempo reale e in tempo reale conteggiati. E quindi nonostante tutta questa tecnologia all’avanguardia c’è bisogno di esseri umani che la aiutino ad essere efficiente.
Dà da pensare, non vi pare? Tempi moderni ma non troppo! Anche se, in fin dei conti, è confortante, in un’epoca in cui il dibattito sull’intelligenza artificiale è più che acceso, constatare come noi umani piccoli umani con braccia, gambe, cuore, carne, ossa, muscoli, sentimenti, cervello, del tutto analogici, non siamo poi così sorpassati!