Buongiorno Lunatici, e ben ritrovati!
Questa settimana siamo arancioni! A noi Lunatiche cambia poco perché potremo solo fare asporto di cibi e bevande ed essere la vostra libreria di riferimento, ma ahinoi dobbiamo aspettare di tornare gialle per avere la possibilità di ospitarvi all’interno del nostro satellitone e servirvi colazioni, pranzi ed aperò. Dobbiamo avere ancora pazienza!
Questa settimana vi parleremo di qualcosa che in fondo si lega un poco a ciò che vi abbiamo scritto la scorsa… Si è parlato di germogliare, di rinnovamento, di ricominciare, di nuova vita, rigenerarsi. Ebbene, forse ciò di cui vogliamo rendervi partecipi con questo scritto è una riflessione che è figlia di quel rigenerarsi, germogliare, rinascere.
Ponevamo l’attenzione, l’altro giorno con un’amica, su trascorsi comuni, avvenimenti del passato, eventi che ormai sfumano nel ricordo.
E … abbiamo constatato come tutto ciò che si è vissuto sembri lontano e vicinissimo a un tempo, ma anche come ci sia una variabile che crea una cesura profonda. E siamo noi!
Quelli che eravamo là non siamo e non potremo essere qua, perché le cose sono accadute, perché il tempo è trascorso e ha lasciato testimonianza di sé in noi. Tutti i gesti, le parole, le azioni, le lacrime e le risate, tutti i discorsi, tutte le emozioni, tutte le gioie e i dolori, tutte le sconfitte e le vittorie, tutto questo grumo amalgamato come in un gran calderone, cose che mentre succedevano magari non erano nemmeno troppo prese in considerazione. Quasi capitate di soppiatto, senza troppo rumore. Eppure ecco che hanno stratificato e ci hanno portati ad essere quelli di ora, così simili ma diversi a quelli di allora.
La questione è chiara, fa parte della vita: si chiama crescere.
E crescendo ci si accorge che… in fondo si è sempre gli stessi, dai!
Però, sotto sotto, strisciante, non possiamo non dare voce al pensiero che sì, tutto vero, ma dov’è finita la spensieratezza che colmava le nostre giornate? Quel prendere la vita a balzelloni, essere leggeri, fiduciosi, un po’ spregiudicati, quasi vaporosi?
Non è più possibile. Non ci è più possibile. Accumulando esperienze è inevitabile che qualcosa sedimenti e ci radichi con più forza alla concretezza, alla realtà di ciò che abbiamo attorno e che viviamo
E in questo non c’è giudizio di merito. Non c’è un meglio o un peggio. C’è solo un cambiamento, che innescato porta altri cambiamenti a catena fino a creare quelli che siamo, di volta in volta. E il germoglio si fa foglia, tronco, rami, pianta, giardino.
La cosa che, in tutto questo, ci ha fatto fermare un attimo e stupire, per l’ovvietà della rivelazione, è che è un processo che non si arresta, che anche nel qui e ora sta producendo i suoi effetti. E che continuerà a modificarci e plasmarci finché vivremo. Questo non vi da la voglia di dire “va bene, accetto la sfida!”? Forse in questo momento storico così annichilente fa bene pensarlo, ripeterselo. Per non arrendersi, non accontentarsi, non sentirsi piatti sullo sfondo di un film che scorre davanti a noi. E sentire che qualcosa continua a crescere in profondità e a modificarsi, modificarci, rendendoci sfaccettati, polimorfi, tutto meno che scontati!!!
Tutto sommato: crescere, che avventura!