Alessandra Daphne Fisher Jiska Ristori Angela Nicente
ATLANTE DEL GENERE
(Clichy, € 19)
Chi si può incontrare nel paese dell’amore? Cosa si dice nel paese del cambiamento? Come è fatto il paese delle parole?
Un fondamentale viaggio per imparare a conoscere e rispettare noi stessi e gli altri
Le persone possono essere solo maschi o femmine. I veri maschi non piangono. Mettersi lo smalto fa diventare donne. Le femmine non possono avere il pisello. Questi e (moltissimi) altri sono i falsi miti in cui capita di imbattersi ogni giorno riguardo alla questione di genere. Questione molto più complessa, variopinta e sfaccettata di quanto spesso si pensi, perché dietro a concetti che ormai tutti crediamo di conoscere bene, come transgender, cisgender, orientamento sessuale e così via, c’è un mondo tutto da esplorare. Questo atlante – aggiornato, comprensibile, dettagliato – realizzato dalle due persone che coordinano il team per l’affermazione di genere dell’Ospedale Universitario Careggi di Firenze, tra le massime esperte di questi temi, prende per mano i lettori per portarli alla scoperta dell’euforia di genere, attraverso cinque continenti (quelli di conoscenza, esplorazione, convivenza, legami e piacere) e diversi paesi, da quello dell’amore a quello del tesoro nascosto, da quello delle verdure (patata, pisello) a quello dei cavallucci marini, da quello del coming out (cosa ben diversa dall’outing, attenti a non sbagliare) a quello delle tempeste, fino a raggiungere i paesi della sicurezza, delle scoperte e della libertà di essere se stessi.
Stefano Redaelli
OMBRA MAI PIù
(Neo, € 15)
Per tre lunghi anni Angelantonio è stato ospite della struttura psichiatrica Casa delle farfalle, con sé porta il libro che ha scritto sulla follia, standoci dentro, e ora c’è un fuori che lo aspetta. Il tempo ha lasciato segni profondi, sui suoi genitori improvvisamente anziani da cui fa ritorno, sul platano che aveva adottato quando era ragazzo, in una società che adesso lo guarda con sospetto perché “è stato lì”.
Non sempre si comprende ciò che è vitale, ma c’è una fragilità che accomuna tutti – matti e sani, buoni e cattivi – che parla una lingua misteriosa, e dice parole che Angelantonio dovrà imparare insieme a chi incontrerà.
Con Ombra mai più Redaelli continua il suo racconto sulla follia del mondo e la saviezza dei folli, sceglie una prosa precisa e raffinata, le cui radici attingono a una inaspettata poesia.
Katja Petrowskaja
FORSE ESTHER
(Adelphi – Trad. di Ada Vigliani, € 18)
Si sarà proprio chiamata Esther quella bisnonna che, nella Kiev del 1941, chiese fiduciosa a due soldati tedeschi la strada per Babij Jar, la fossa comune degli ebrei, ricevendone come risposta una distratta rivoltellata? Forse. E dell’intera famiglia, dispersa fra Polonia, Russia e Austria, che cosa ne è stato? Il monolite sovietico conosceva l’avvenire, non la memoria. Per ricostruire quella ramificata genealogia, quel vivace intreccio di culture e di lingue – yiddish, polacco, ucraino, ebraico, russo, tedesco –, Katja Petrowskaja intraprende, sulle tracce degli scomparsi, un intenso viaggio a ritroso nella storia di un Novecento sul quale incombono la stella gialla e quella rossa, e in cui si incrociano i destini di memorabili figure: la babuška Rosa, incantevole logopedista di Varsavia, che salva duecento bambini sopravvissuti all’assedio di Leningrado; il nonno ucraino, prigioniero di guerra a Mauthausen e riemerso dal nulla dopo decenni; il prozio Judas Stern, che spara a un diplomatico tedesco nella Mosca del 1932, e dopo un processo-farsa viene spedito «nel mondo della materia disorganizzata»; il fratello Semën, il rivoluzionario di Odessa, che passando ai bolscevichi cambia in Petrovskij un cognome troppo ebraico… Ma indimenticabili protagonisti sono anche i paesaggi: l’immane pianura russa invasa dai tedeschi e le città della vecchia Europa: Kiev, Mosca, Varsavia, Berlino. E i ghetti, i gulag e i lager nazisti. In questo romanzo vero, vibrante, venato di ironia – il migliore che la letteratura tedesca ci abbia dato dopo Austerlitz di Sebald –, mondi inabissati risorgono vividi, rapinosi, e più che mai contemporanei.
Joan Silber
UN’IDEA DI PARADISO
(66thand2nd – Trad. di Emilia Benghi, € 16)
Il cerchio si apre con Alice, aspirante showgirl che incontra il futuro marito su una nave da crociera e va a vivere con lui in Francia, per poi abbandonarlo con l’intento di proseguire la carriera nella danza. La donna, tuttavia, soccomberà alle umiliazioni inflittele dal suo insegnante, Duncan, che a sua volta sarà abbandonato da Andre e proverà a consolarsi con Carl, un giovane cantante che ripropone nei suoi brani i sonetti di Gaspara Stampa, considerandola un’antesignana del blues.
Così, proprio la poetessa prende vita per raccontare la storia dei suoi amori e della sua arte nella Venezia del Sedicesimo secolo. Di lei scrive Rilke nelle Elegie duinesi, lette da Tom, un hippie giramondo che si trova a dover fare i conti con la paternità e l’imprevedibilità della sua compagna, e che in seguito si innamora di una donna la cui bisnonna era missionaria in Cina.
Da qui, dal paese della Grande muraglia, la catena prosegue per narrare le vicende di una coppia di predicatori coinvolta nella rivolta dei Boxer. A chiudere un cerchio dalla circonferenza tanto ampia è la ricomparsa di Alice. Di lei si innamora Giles, proveniente da una famiglia molto cattolica, che si avvicina al buddismo dopo un lutto difficile da ricondurre alla realtà.
Le storie narrate da Silber si intrecciano, i suoi personaggi si inseguono, in un’opera ricorsiva e ammaliante che celebra la devozione in tutte le sue forme: a un’arte, a una fede, a un luogo, a una persona, a un amore. Un’instancabile ricerca di nuovi paradisi, appunto, dove poter iniziare una nuova vita.
Honorée Fanonne Jeffers
I CANTI D’AMORE DI WOOD PLACE
(Guanda – Trad. di Alba Bariffi, € 22)
Il potente romanzo di esordio di Honorée Fanonne Jeffers è il racconto dell’educazione sentimentale di una giovane donna, ma al tempo stesso una grande saga famigliare che attraversa secoli di storia americana. Mescolando con maestria i due piani del presente e del passato, segue il difficile cammino di Ailey Pearl Garfield, che cresce e si forma in una grande città del Nord America, ma fin da bambina ha sempre trascorso le estati nel Sud, in Georgia, dove sono vissuti i suoi antenati materni dopo l’arrivo dall’Africa, in un villaggio che ora si chiama Chicasetta, ma a cui uno schiavista bianco aveva dato il nome di Wood Place. Sulla vita di Ailey, su quella delle sue sorelle e delle donne della famiglia aleggia un terribile segreto, una realtà drammatica con la quale è quasi impossibile venire a patti. Studentessa brillante, Ailey rinuncia al corso di Medicina, intrapreso per seguire le orme dell’amato padre, per dedicarsi alla Storia, guidata da un prozio che le trasmette la passione per le radici e le lotte del suo popolo. Riscoprendole, ritroverà anche se stessa, in un viaggio esaltante e spesso doloroso nel passato della sua famiglia – un incrocio di nativi americani, neri schiavi, neri liberati, padroni bianchi e bianchi poveri – al termine del quale imparerà ad accettare tutta la sua eredità, un’eredità di oppressione e resistenza, schiavitù e indipendenza, crudeltà e coraggio che è la storia – e il canto –
dell’America stessa.
Ron Rash
LA TERRA D’OMBRA
(La Nuova Frontiera – Trad. di Tommaso Pincio, € 18)
“Si sentì abbracciare dalla notte e per una volta anche dalla voglia di stare al buio e al freddo, perché sarebbe stato ancora più piacevole rientrare e venire avvolta dal luminoso tepore del fuoco. Radi fiocchi di neve cadevano lentamente e non disturbati dal vento, bianchi e soffici come petali di corniolo. Una lacrima le scese sulla guancia. Malgrado gli sforzi di ricacciarla indietro, Laurel non era riuscita a battere le palpebre con la necessaria rapidità, così posò in terra la legna da ardere e si asciugò gli occhi. Il sollievo al cuore che aveva sentito sullo sperone era riapparso, e non era soltanto amore. Lo aveva già avvertito in passato, ne aveva già conosciuto la profondità quando era morta sua madre.
Era qualcosa di più raro. Felicità, pensò Laurel, deve essere questo.”
Stretta tra i selvaggi Appalachi c’è una valle angusta dove anche la luce ha timore a entrare, una terra d’ombra che gli abitanti del luogo ritengono abitata da creature soprannaturali.
Qui, in una fattoria, vivono i fratelli Shelton: Laurel, una giovane donna che tutti credono una strega, e Hank, appena tornato dalle trincee della Francia.
L’incontro con uno sconosciuto cambierà per sempre la vita di entrambi, portando un improvviso bagliore e svelando a Laurel il senso di una felicità che non aveva mai vissuto. Sul passato dell’uomo aleggia però un segreto che restituirà inesorabilmente la valle alle sue tenebre.
Ron Rash ci regala un romanzo ipnotico e struggente che ci fa immergere nell’abbagliante magnificenza della natura e in una piccola comunità che si nutre di superstizioni e pregiudizi ed è scossa dai lontani echi della guerra.