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Impressioni di settembre | Consigli di settembre 2021

    William Kent Krueger
    QUESTA TERRA COSì GENTILE
    (Neri pozza – Trad. di Alessandra Petrelli, € 20)

    1932, Minnesota. Rimasti orfani e senza parenti, Odie O’Banion e suo fratello Albert vengono portati alla Lincoln Indian Training School, sebbene siano gli unici due ragazzi bianchi in una scuola di indiani.
    Mrs. Thelma Brickman, la direttrice, soprannominata la Strega Nera, è una donna arcigna e autoritaria, che non esita a punire la vivacità del giovane Odie confinandolo nella Stanza del Silenzio, una cella d’isolamento dove i bambini vengono rinchiusi senza cibo e acqua. A rendere quel luogo ancora più spaventoso è l’occhio attento del custode, un uomo sciatto e scontroso di nome DiMarco: se un ragazzo ha bisogno di una punizione, di solito è DiMarco a somministrargliela, godendo di ogni singolo colpo della cinghia di cuoio.
    Ma la Lincoln Indian Training School è anche un luogo dove Odie stringe legami destinati a lasciare un segno indelebile nella sua vita: quello con Mose, un ragazzino indiano che non è in grado di articolare le parole perché a quattro anni gli è stata tagliata la lingua, ma dalle cui labbra sgorga una bella risata contagiosa; e quello con la piccola Emmy Frost, la figlia dell’insegnante di economia domestica, una bambina con un dono speciale.
    Quando, a seguito di un terribile crimine, Odie sarà costretto a fuggire dalla scuola, Albert, Mose ed Emmy lo seguiranno. A bordo di una canoa, pagaieranno sul fiume Gilead al chiaro di luna, lasciandosi alle spalle le piantagioni di cotone diretti al Mississippi: quattro orfani salpati insieme per un’odissea che vedrà le loro vite andare incontro a pericoli di ogni genere, in un’avventura destinata a diventare epica.
    Con l’atmosfera di un classico moderno, tra omicidi e rapimenti, bambini perseguitati e demoni dai mille nomi, Questa terra così gentile racchiude in sé tutti gli elementi in grado di animare una grande storia: il coraggio e la codardia, l’amore e il tradimento. E, ovviamente, la speranza.


     

    Ubah Cristina Ali Farah
    LE STAZIONI DELLA LUNA
    (66htand2nd, € 16)

    Ebla è cresciuta nell’entroterra somalo, in un mondo nomade governato dai capricci delle stagioni. L’anziano padre, astronomo e divinatore tradizionale, le ha insegnato l’arte interdetta alle donne di leggere le stelle, i pianeti e i segni del cielo. Per sfuggire a un matrimonio combinato, si ritroverà nella Mogadiscio degli anni Trenta, complice il camionista poeta Gacaliye. Con lui avrà due figli, Kaahiye e Sagal.

    La vicenda di Ebla si intreccia con quella di Clara, sua figlia di latte, nata da genitori italiani residenti in Somalia. Costretta, appena adolescente, a lasciare il paese con la madre e il fratello Enrico dopo lo scoppio della Seconda guerra mondiale, Clara farà ritorno nella città natale solo all’inizio degli anni Cinquanta, agli esordi dell’Amministrazione fiduciaria italiana. Ma sono tempi tumultuosi: il legame con Ebla, l’amore per Kaahiye, l’amicizia con l’esuberante Mirella la spingeranno a prendere posizione a favore del popolo somalo nella lotta per la libertà.

    In questo romanzo Ali Farah dà vita a una serie di personaggi destinati ad accompagnare a lungo i lettori e fa luce su un periodo poco conosciuto della storia dell’Italia e sui suoi rapporti con l’ex colonia. Sullo sfondo una Mogadiscio bellissima e assolata, con i suoi tramonti repentini e l’aria umida impregnata di sale, i bar affollati, i vicoli stretti dove si spande avvolgente l’odore di aloe e cardamomo.


     

    Shumona Sinha
    APOLIDE
    (Clichy – Trad. di Tommaso Gurreri, € 17

    C’è Esha, che ha lasciato Calcutta per vivere e insegnare a Parigi, e che ogni giorno deve fare sforzi ciclopici per guadagnarsi uno spazio che per altri è un diritto di nascita, facendosi strada tra la diffidenza e i pregiudizi di chi la circonda.
    C’è Mina, figlia di contadini indiani, che milita in un movimento d’insurrezione e che per i suoi sogni e i suoi desideri pagherà un prezzo altissimo, imposto da una società che la disprezza.
    C’è Marie, nata in India ma cresciuta in Francia da genitori adottivi, affamata di scoprire la sua storia e il suo passato, e di portare un aiuto a quella che considera la sua gente.
    Tre destini che si specchiano e si incrociano tra India ed Europa, in un romanzo denso di poesia che non risparmia né la nostra società né quella indiana e in cui si sprigiona una violenza letteraria inaudita. Ovunque il corpo delle donne, soprattutto se sole e libere, è terreno di caccia e di conquista, viene continuamente invaso da sguardi indesiderati e feroci, braccato, ferito. Le vite di Esha, Mina e Marie sono tre note di una stessa canzone struggente e bellissima che ci parla di esilio, appartenenza, libertà. Come negli altri suoi romanzi, anche in questo Apolide la suggestiva scrittura di Shumona Sinha è animata dalla collera, una collera eloquente e sacra, ricca di immagini potenti e impossibili da dimenticare.


    Andrea Donaera
    LEI CHE NON TOCCA MAI TERRA
    (NN editore, € 17)

    Miriam è in coma dopo un incidente. Andrea la conosce appena ma si è innamorato perdutamente di lei, e ora le siede accanto e le parla, tutti i giorni, perché riesce a sentire la sua voce. Le loro parole si incontrano in un limbo oscuro, dove Miriam ricostruisce i suoi ricordi e Andrea cerca di tenerla ancorata alla vita. Attorno al letto della ragazza si muovono altre figure, che attendono il suo risveglio. Ci sono Mara e Lucio, i genitori, già segnati da una tragedia che li ha allontanati l’uno dall’altra. C’è papa Nanni, il venerato santone esorcista, che vede in Andrea un allievo e in Miriam i segni del demonio. E infine c’è Gabry, la migliore amica di Miriam, che da Bologna le manda lunghi messaggi. In sette giorni, i racconti dei personaggi si alternano a svelare una trama di amore e morte, di salvezza e destino, dove la ragione sfuma nell’inconscio finché la realtà non deflagra e riprende il sopravvento.

    Andrea Donaera torna con un dramma familiare ambientato in un Salento al di là delle cartoline, dove la spiritualità sta nelle ombre e non esiste fede che non sia anche certezza del male. Scritto in una lingua poetica e viva, Lei che non tocca mai terra è una ballata dolce e crudele, una storia romantica e cangiante, capace di insinuarsi come un incantesimo nei sogni più profondi.

    Questo libro è per chi da piccolo girava su se stesso fino a sentire la testa leggera, per chi è riuscito a ribellarsi al suo Avversario come in un romanzo d’avventura, per chi attende un bacio che lo riporti in vita, e per chi ha ascoltato per un istante il silenzio del vento, mentre lo spazio e il tempo cessavano di esistere.


     

    Alan Pauls
    LA METà FANTASMA
    (SUR – Trad. di Maria Nicola, € 18)

    Savoy ha cinquant’anni e una vita tranquilla, monotona: non vuole traslocare, ma passa il tempo a selezionare annunci immobiliari; non ha bisogno di nulla, eppure non fa che comprare online le cose più disparate: piccole grandi ossessioni che gli permettono, anche solo per un attimo, di affacciarsi sulle vite degli altri. Carla è giovane, senza pensieri né legami, e nelle vite altrui si immerge per lavoro: fa la house sitter e non passa mai più di un mese nella stessa città. Un giorno i due si incontrano – l’anacronismo più sedentario incontra la contemporaneità più sfrenata – con effetti impossibili da prevedere, eppure inarrestabili. Dopo qualche settimana di frequentazione quotidiana e intimità, Carla riparte, lasciandosi alle spalle un enigmatico regalo e monetine di tutte le forme e i colori. Quale corto circuito attende Savoy, dopo il contatto con quella «donna del futuro»?

    Con una scrittura magnetica e avvolgente, che accoglie ogni incertezza, ripensamento ed esitazione di un protagonista alle prese con un amore a distanza, Alan Pauls ci regala un romanzo ironico e dal finale inatteso. Fra viaggi intorno al mondo, corse, nuotate e deliri su Skype, La metà fantasma racconta una storia in cui non smettiamo di credere: quella secondo cui, da qualche parte, esiste qualcosa – qualcuno – fatto a misura dei nostri desideri.


     

    Usama Al Shahmani
    IN TERRA STRANIERA GLI ALBERI PARLANO ARABO
    (Marcos y Marcos – Trad. di Sandro Bianconi, € 16)

    “Fu una bella sensazione, sentire l’arabo nel bosco. Dunque la natura non era affatto muta, bastava rivolgerle la parola e stare ad ascoltarla”
    In Iraq sognava dignità e pace; la violenza del regime lo respinge lontano.
    Nei momenti più difficili i piedi lo portano nel bosco. Camminando sulle pietre, ritrova il ritmo lento della sua terra.
    Gli alberi che lo accolgono sulle Alpi svizzere non sono le palme da datteri o i melograni fiabeschi di sua nonna, eppure parlano la sua lingua. Parlano l’arabo della poesia, della calligrafia, non quello della violenza e della menzogna.
    Quando il fratello Ali, che ha scelto di restare a Bagdad, scompare, il tronco generoso di un abete rosso lo sostiene nel suo sgomento.
    E se c’è un albero per l’incertezza, e per la morte, c’è anche un albero per la pazienza, per la speranza, un albero per il sogno.
    Le telefonate in Iraq, l’ansia per il fratello, il caos rovinoso in cui il suo paese sprofonda anche dopo la caduta di Saddam lo triturano come un mortaio gigante.
    Gli alberi gli insegnano a piegarsi e muoversi nel vento, ad ascoltare se stesso; a ritrarre il dito dalla polvere del passato e pensare a un nuovo inizio.


     

    Marianna A. (a cura di Luigi Nacci)
    SPIRITO LIBERO E SANGUE CALDO
    (Ediciclo, € 14)

    L’autobiografia di una donna rom, una testimonianza eccezionale. Una donna che non ha studiato eppure decide, alla soglia dei cinquant’anni, di raccontarsi. Lo fa senza pudori: dall’infanzia nei Balcani a quando è stata venduta dal padre per tre monete d’oro, dal giorno in cui è stata violentata per la prima volta ai continui cambi di accampamento, dal primo figlio avuto da un gagio italiano da cui sarà costretta a separarsi, al matrimonio con un uomo violento. E poi ancora la povertà, la musica, l’elemosina, le notti sotto le stelle, i tanti figli, un’altra Trieste, le gonne al vento, i fondi di caffè, i ripetuti tentativi di fuga… fino all’ultimo che la farà approdare a una nuova vita. Una storia di sofferenza e libertà, di fuga e di violenze, di erranza e ricerca di stabilità. La storia di una donna dallo spirito libero e dal sangue caldo.


     

    Shannon Pufhal
    CAVALLI ELETTRICI
    (Clichy – Trad. di Giada Diano, € 17)

    Un viaggio lungo le seducenti e pericolose strade del West americano del dopoguerra, due storie d’amore e di segreti che si intrecciano dalle campagne del Kansas alle spiagge della California, dalle notti di Las Vegas alle illusioni di Tijuana. Muriel, giovane e irrequieta, si ritrova trapiantata a San Diego con il marito Lee. Nella tavola calda in cui lavora origlia ex fantini e allenatori dell’ippodromo di Del Mar, dove inizia a sgattaiolare imparando il linguaggio dei cavalli e del rischio. Julius, il fratello di Lee, trova lavoro in un casinò di Las Vegas, dal cui tetto i turisti scrutano i test atomici. Qua si innamora di Henry, un baro di carte: e quando questi dovrà scappare, Julius lo inseguirà fino alla pancia di Tijuana.
    Finalista del Premio Letterario Lambda 2020.
    Nominato libro più atteso dell’autunno dal «New York Times». Scelto dal «New York Times Book Review».


     

    Lina Meruane
    SISTEMA NERVOSO
    (La Nuova Frontiera – Trad. di Elisa Tramontin, € 17,90)

    Un paese del presente e un paese del passato si alternano in questo audace romanzo, uniti dal filo del ricordo e dalla voce della protagonista, astrofisica che insegna all’università mentre cerca di portare a termine una tesi sempre più simile a un minaccioso buco nero.
    In bilico sull’orizzonte degli eventi, ben presto capisce che non riuscirà a finirla se continua a insegnare: un congedo per malattia le permetterebbe di dedicare più tempo al suo lavoro e finire il dottorato. Pochi giorni dopo aver confessato questa strana idea al suo compagno, un antropologo forense, inizia a sentire un misterioso formicolio al braccio.
    La prosa di Lina Meruane intreccia abilmente due universi pieni di fascino: quello corporeo e quello cosmico, in un continuo gioco di rimandi tra microcosmo e macrocosmo, sistema nervoso e sistema solare, atomi e neuroni. E così facendo intesse l’inedita biografia medica di una famiglia, dissezionandone le dinamiche: quali sottili trame di gelosie, risentimento e amore viscerale ne sostengono la struttura? Sistema nervoso è una riflessione sui temi del corpo, della memoria e della forza ineludibile dei legami famigliari.