Buonasera, Popolo Lunatico!
Dobbiamo scusarci per la protratta assenza, ma abbiamo avuto un po’ di difficoltà a tener dietro al nostro (per altro gradito) impegno settimanale con voi: la sequela di ponti, quindi le interruzioni e poi la ripresa con il Salone del Libro praticamente in braccio ci hanno distolto dalla solita routine, ma infine eccoci a voi! Meglio tardi che mai, e con un calendario che davvero vi farà gola: tanti appuntamenti nuovi di zecca tutti da gustare allunando! Trovate tutto in dettaglio dopo la solita breve introduzione.
In questa letterina vorremmo rendervi partecipi di una delle nostre elucubrazioni, occorsa così, senza un vero perché, ma dato che ci abbiamo fatto caso, perché non far fare caso anche a voi alla questione?
L’altro giorno avevamo un esame prenotato, ma prenotato con i mezzi moderni e tutti digitali, ovvero: prendi lo smartphone, scarichi l’app del CUP (che tanto somiglia ad uno scioglilingua) e con impegnativa alla mano ZAC, ricerchi le disponibilità a te più vicine per quell’esame specifico e se giorno, ora e luogo fanno al caso tuo il gioco è fatto: prenoti e hai il posto assegnato.
Capita spesso che non si trovino date a breve che siano anche vicine vicine, come nel nostro caso, in cui l’altro giorno la prenotazione era in un CDC (e dalli con le sigle!) a Rivoli. In andata, temendo di tardare, abbiamo fatto affidamento di nuovo alla tecnologia: abbiamo attivato il navigtore sul portale di ricerca del nostro argeggino e via che andare! Siamo arrivati senza troppi intoppi e nei tempi previsti.
Il motore di ricerca dell’argeggino però ci ha fatto prendere la tangenziale, circumnavigando Torino su lingue d’asfalto in mezzo ad altre vetturine rombanti fino a destinazione.
Usciti dall’ambultaorio avevamo tempo, perciò abbiamo lasciato fare al caso e abbiamo preso la via per Torino indicata dai cartelli, proprio come una volta, e abbiamo percorso buona parte di corso Francia un po’ come bighellonando per la nostra città facendo per prima cosa scoperte interessanti: mentre sostavamo ad un semaforo rosso abbiamo appreso su un cartello che corso Francia coi suoi 11,5 Km è considerato il corso rettilineo più lungo d’Europa; avanzando nella marcia abbiamo con curiosità letto un cartello di quello che sembrava essere un ristorante recitare paposceria e abbiamo pensato ma che diavolo è una paposceria?
E poi abbiamo fatto a zig zag tra i lavori per la metropolitana e abbiamo osservato la città mutare di quartiere in quartiere, di chilometro in chilometro ed è stato come coglierne un altro pezzo: il pezzo di un giorno qualunque, ad un orario x, dal parabrezza dell’auto, come su un minibus da viaggio, senza voglia di fermarsi, più con l’intenzione di cogliere l’attimo divertendosi a giocare ai turisti nella nostra città, che pur contraddittoria, pur incasinata e spesso decisamente sgangherata, abbiamo trovato comunque adorabile, confermandoci in quell’amore incondizionato che proviamo per la nostra bella Torino!
Lo consigliamo: quando ne avete la possibilità andate con lentezza, e con il naso allinsù, alla ricerca di ciò che c’è tutti i giorni, ma che solo in quel preciso momento notiamo e da quel momento farà parte di noi.
Alla prossima, Lunatici!
(Per i curiosi: una paposceria è un luogo dove si vende la paposcia, una sorta di pizza allungata tipica pugliese, chiamata così perchè paposcia in dialetto significa ciabatta)