Carissimi Lunatici,
dopo la pausa natalizia, dopo tutte le incertezze dovute ai nuovi decreti eccoci ritornati sulla Luna!
Buon Anno! Come lo avete iniziato? Forse con un piccolo moto di sollievo, nevvero? E speriamo che trascorra più sereno!
Per la prossima settimana abbiamo una certezza: saremo contrassegnati dal Giallo, quindi potremo ospitarvi all’interno del nostro locale (oltre a vendere gli amati libri) e lo faremo servendovi colazione, pranzo, merenda, un aperitivo sul presto, perché alle sei saremo costrette ad abbassare i serrandoni. Ma ci sembra notizia più che buona, tutto sommato, non vi pare? Abbiamo perciò deciso che saremo aperti dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18.
Dal lunedì al venerdì anche con caffetteria e ristorazione, il sabato solo come libreria e asporto. Ci vien da dire: evviva, evviva, evviva!!!
…e come sempre tutto quel che succede porta con sè una dose di riflessioni e di movimenti di rotelline nel nostro cervello, quindi andiamo a condividere ciò che ha attraversato la nostra testolina in questi giorni di festa e di accadimenti vari.
Ormai lo abbiamo sperimentato tutti e da diverso tempo: la situazione presente non è per nulla facile, tende a disorientare, a far sentire stanchi, sfibrati, sembra opprimerci. La mancanza di certezze, obiettivi, un parametro entro i cui limiti riuscire ad arginare le nostre ansie e domande crea frustrazione, scarsa motivazione, stanchezza.
Come abbiamo sentito da un acuto osservatore le nostre vite hanno subito un ribaltamento epocale: da esseri buttati in una realtà frenetica che ha sempre girato a ritmi vorticosi ci siamo ritrovati in una stasi, una sorta di bolla temporale sospesa nell’indefinito e i luoghi che prima eravamo abituati a percorrere in lungo e in largo, spostandoci anche di molto, si sono ridotti allo spazio di una casa, di un quartiere, di un comune, per chi può ancora c’è lo spostamento casa lavoro. In buona sostanza lo spazio intorno a noi si è ridotto, mentre il tempo s’è dilatato, modificando le nostre abitudini, d’azione come di pensiero.
Tutto questo chiaramente ha avuto la contropartita di disorientarci e in molti casi di farci perdere la presa sul nostro quotidiano. Ma… forse, come recita il titolo della mail, proprio svegliarci una notte con la neve ha creato l’epifania: bisogna ripartire da se stessi! Già, sembra un po’ una di quelle ovvietà new age che riempiono tante bocche di bla bla bla, ma ci spiegheremo meglio.
Bisogna partire da se stessi nella misura in cui il mondo esterno è in subbuglio, i perni su cui poggiavano le nostre vite precedenti scricchiolano, e allora è necessario attivare le forze interiori, attingendo alle risorse che ognuno di noi possiede.
Svegliarsi con la neve ci ha ricordato la meraviglia, ad esempio, il fatto che si sia comunque in grado di provare un moto di stupore verso un accadimento semplice, ma un po’ speciale.
E allora partendo di lì possiamo scoprire che ci sono tante piccole cose che ci circondano e che fanno parte delle nostre vite che solitamente non notiamo, su cui passiamo senza soffermarci… Il profumo delle lenzuola appena cambiate quando si va a dormire, il ronf ronf del gatto che si struscia in cerca di coccole, il tepore di casa tornando dal freddo, il profumo della cucina dei vicini che si spande per la tromba delle scale, una lettera inattesa nella buca delle lettere, accomodarsi sul divano pregustandosi la pagina del libro che stiamo leggendo, il raggio di sole che arriva e scalda proprio la piccola porzione di spazio che stiamo occupando, vedere nei colori della natura la stagione che cambia, ascoltare la voce di un amico che chiama, indovinando come sta già solo dal timbro, scorgere negli occhi della persona che abbiamo di fronte un sorriso, anche se coperto da mascherina, sentire una bella canzone passare alla radio, incontrare per caso qualcuno che non si vedeva da tempo, perdersi nei propri pensieri e recuperare ricordi, curare qualche piccolo aspetto di sé o della propria casa, tentare di ritrovare l’amore e la gioia in ciò che si fa, sorridere fino a ridere, ma quando è necessario abbandonarsi anche alle lacrime, purificandosi…
Insomma: ci è dato tempo? Sfruttiamolo al meglio per soffermarci, per dare il giusto peso a ciò che proviene da noi come a ciò che ci viene dall’esterno. Provando a trovare un equilibrio, una nuova forma di interpretarci e interpretare ciò che ci accade intorno. Ricentrarsi per andare verso il fuori con un’energia diversa, nuova, in parte più consapevole e sicuramente più carica di noi. Chissà che tanti piccoli noi potenziati e rafforzati da questo modo d’agire non producano un grande Noi che ci aiuterà a venire a capo di tutto questo gran baillamme.
Tentar non nuoce e male non fa!
Buona settimana!