Carissimi Lunatici,
Ben ritrovati sulla Luna!
State bene?
Noi meglio. La prospettiva della Zona Gialla della prossima settimana ci solleva non poco. Vi diamo due indicazioni tecniche per sapere il come e il quando ci troverete aperti: ci troverete operativi dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18. Potremo quindi ospitarvi all’interno del nostro Satellitone per colazione, pranzo, merenda e un aperitivo sul presto.
Ricordiamo di allunare mascherati e che potremo far sedere solo un massimo di quattro persone non congiunte ai nostri tavoli.
Ma ora veniamo a noi. Questa newsletter avrà un tono malinconico. Perché, come accade, la vita ha avuto il suo corso e ci ha privato di una persona che sulla Luna è stata una presenza quasi quotidiana finché il covid (poi la sua malattia) non ha più permesso che così fosse.
Sicuramente chi, quando si poteva, è stato assiduo frequentatore del nostro locale, non avrà potuto non notare una coppia avanti con gli anni che quasi tutte le mattine arrivava a fare colazione e a leggere il giornale. Si mettevano lì e non smettevano un attimo di parlare, commentando le notizie, parlando di quell’amico, di quel parente, decidendo cosa si sarebbe mangiato a pranzo, discutendo a volte anche animatamente su una questione su cui avevano punti di vista anche solo leggermente diversi. La cosa alle volte prendeva una piega esilarante perché Lui -un po’ (tanto) sordo- più che dire gridava le sue ragioni e Lei gli intimava di parlare più a bassa voce, ma ridendo sotto i baffi. Allora partiva da dietro al bancone un boni, state bbboni, che gli veniva detto nel clima di affetto e gioco reciproci con cui eravamo soliti rapportarci.
A ben vedere sono i Nonni del Luna’s Torta. Quelli che avevano la cortesia di cedere il giornale se c’era qualcuno che lo cercasse, quelli che avevano una parola dolce per i bambini, quelli che scambiavano due chiacchiere volentieri con gli altri avventori e che guardavano queste zitellone con un moto di rammarico: in due è tutta un’altra cosa. Trovatevi un compagno, fate figli, sarà una crescita continua, un imparare a due. Cosa che hanno rinunciato a dirci addirittura le nostre madri! Ma loro no, perché, cavoli, è vero, ce ne rendiamo conto: è così bello invecchiare accanto ad una persona che ogni giorno cresce con te, con cui ci si da la mano, con cui spesso si ride, ma soprattutto una persona con cui si ha sempre qualcosa da dire e da condividere. I nostri Nonni sono sempre stati così. E ormai sono sei anni (da quando abbiamo messo piede sulla Luna) che li conosciamo, abbiamo imparato a conoscerli e non abbiamo potuto fare a meno di affezionarci, come se lo fossero davvero, i nostri nonni.
Ebbene. Martedì scorso Lei, dopo aver salutato il sole che splendeva su Torino, ha chiuso gli occhi per non riaprirli più. Dopo una lunga malattia. Dopo sofferenze. Ma dopo una vita passata accanto a Lui.
Giovedì ci sono state le esequie. Siamo andati alla cerimonia in chiesa, dove un prete che aveva un difetto di pronuncia l’avrà sicuramente fatta sbellicare dalle risate, anche lì dov’è ora. E poi la figlia ha letto una bella poesia. E poi, prima che la bara fosse trasportata sul carro funebre, hanno messo il suo brano musicale preferito: Claire de lune di Debussy. Sembrava che passeggiasse lungo la navata, proprio Lei, salutando tutti e accomiatandosi da Signora, qual è sempre stata. E… non lo neghiamo, abbiamo pianto copiose e calde lacrime.
E ora c’è un vuoto. E ora c’è Lui che si riprenderà, ma ora è sperso, disorientato, smarrito. E ci mancheranno quei boccoli freschi di pettinatrice, quel gusto nell’abbinare collana e maglia, quel mettersi un filo di rossetto in giornate un po’ speciali, quel suo ridere di gusto, quel suo argomentare deciso, lucidamente, ma ascoltando sempre con attenzione la contropartita, quel piglio fintamente duro, da vecchia insegnante. Quando qualcuno se ne va è sempre un po’ così. Si osserva una sedia vuota. Un silenzio nuovo. Un’assenza. Una mancanza che prende corpo. E noi si continua ad andare avanti lo stesso. Ma non allo stesso modo.
Ciao e buon viaggio. Con tutto il nostro affetto.