Eccoci, Popolo Lunatico!
Ben ritrovati!
Come va? Lo sentite il primo teporino quasi primaverile? La scorgete la luce che aumenta? Vedete intorno i segni della natura che si risveglia? Noi sì, e siamo colme di belle speranze e di voglia di bel tempo, leggerezza…
La nostra settimanona con un evento in più sembra procedere senza troppo colpo ferire, ma ve lo diremo domenica, dopo le due serate di venerdì e sabato. Nel frattempo veniamo a noi.
Succede che per la spesa di inizio settimana si vada a fare rifornimento grande, con la macchina, nel supermercatone che abbiamo più comodo e, dato che siamo una presenza abbastanza costante, ci è capitato di scambiare due chiacchiere amichevoli, d’intesa e simpatia, con una delle ragazze che lavorano lì (i lettori più assidui e attenti forse la ricorderanno, perché era quella che aveva definito il Luna’s Torta una ludoteca per adulti).
Piano piano ci raccontiamo pezzi di vita e, come noi non siamo il cliente numero tot che entra, magari chiede e poi va a farsi battere gli oggetti scelti in cassa, lei per noi è un viso amico, sempre gentile, con quel suo sorriso dolce e non la commessa chissàchi del mega negozione.
Sta di fatto che anche nell’ultima spesona fatta, nella suddetta iperbottega, incontriamo Erre (la commessa gentile di cui sopra), prima tra gli scaffali, e già lì ciacoliamo, poi in cassa, festa grande, dato che le nostre spese sono sempre piuttosto ingenti: ne approfittiamo per comoscere un po’ di più le rispettive vite. E sorridiamo di un momento bello, di dovere da ambo le parti, ma trascorso chiacchierando senza pesantezze.
Ma figurarsi! La pesantezza non ci mette troppo ad arrivare, nei panni di una signora anzianotta, tutta rinsecchita e gobbetta, che ci apostrofa dicendo: Vite, Vite (alla francese), che la coda è lunga e noi non vogliamo trascorrere tutto il giorno qui! Erre, con la calma elegante che la contraddistingue, dice: Signora, anche se parliamo le nostre mani continuano a muoversi! Genio! Anche perché da parte nostra sarebbe partita un’arringa che levati! E però, impercettibilmente, Erre ha velocizzato i gesti. E abbiamo smesso di parlare, non per volontà, ma perché la brusca interruzione ha congelato il momento.
C’è da chiedersi perché ogni tanto (ahinoi sempre più spesso) la gente sia così tediosa, arida, impaziente, pronta a puntare il dito contro la prima mossa fallace o meglio, in questo caso, contro una parentesi di leggerezza e complicità in una giornata qualsiasi.
Forse non c’è neanche tanto da chiedersi in fondo: basta lasciar appassire le persone grigie nel loro grigiore e continuare a gioire di ciò che inaspettato accade intorno a noi ogni giorno.
E insospettabilmente torniamo all’inizio della nostra letterina: vade retro grigio, benvenuta luce!