Buongiorno, Lunatici!
Rieccoci con la nostra consueta letterina che vi informa su cosa bolle in pentola sul nostro satellitone. Prima di tutto, come noterete nella sezione immediatamente successiva, dalla prossima settimana ricominceremo con gli eventi!!! Perepeppeppeppe, perepeppeppeppe, perepeppeppeppe!!! E lo facciamo in grande stile con una serata di stand up comedy tutta al femminile venerdì e un concerto di una cantante e amica che amiamo molto e che vi rapirà (che voi la conosciate o meno) sabato.
Altre informazioni di servizio che troverete nella stessa sezione sono: i ritrovi del mercoledì della bisca scacchistica, la nostra tessera pranzi, che vi aiuta a pranzare risparmiando e il nostro brunch antibroncio domenicale.
Ma veniamo a noi. La riflessione è partita da un accaduto volendo anche insignificante. L’atro giorno un passante si ferma sulla Luna e chiede di accendere. Noi si è tabagiste, e poi gli accendini servono sempre in una cucina, quindi ne siamo provviste e glielo sporgiamo. Con disinvoltura il soggetto in questione fa la mossa di accendere la sigaretta all’interno del locale. Noi interveniamo prontamente dicendo di accenderla fuori: può sporgerci l’accendino dalla finestra accanto alla macchina del caffè! Lui, quasi spazientito, esce e accende.
Dunque, partendo dal primo punto che è quello noto ormai a tutti, da tempo, che non si possa fumare nei locali pubblici, la seconda cosa che ci ha sconcertato è la mancanza di rispetto: il nostro locale è colmo di libri e sappiamo tutti benissimo quanto la carta s’impregni dell’odore di tabacco. La totale mancanza d’immedesimazione e la conseguente grossolana mancanza di rispetto ci ha fatto venire in mente di scrivere queste righe.
Quanto spesso assistiamo a scene di tal genere? Troppo. Anche una lo sarebbe. Pensiamo agli anziani a cui non viene ceduto il posto sugli autobus o in una coda, ai disabili cui viene ostruita la via per l’attraversamento da parcheggiatori che mollano il loro mezzo sulle strisce o sulle discese che invitano ad esse, pensiamo alla scortesia di un avventore o di un gestore o commesso, a chi non rispetta le file, a chi non tiene la porta per chi è dietro e sta per entrare, a chi non saluta quando entra o esce da un luogo, a chi non dice grazie quando chiede e riceve ciò che ha chiesto, a chi non decelera nei pressi dei passaggi pedonali,… e via dicendo.
Microavvenimenti quotidiani che creano una crepa nell’armonia della giornata, la sensazione di non essere stati percepiti o essere stati maltrattati. Sono piccolezze? No. Dovrebbe essere il presupposto dello stare insieme, di una comunità che si ritiene civile, che vede l’altro e lo rispetta. Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Ma molto più semplicemente: comportati in modo gentile, cura l’altro, rispettalo. Imbruttirsi in atteggiamenti irrispettosi è triste e non porta nulla, se non amarezza. Quanto è più bello sorridersi, parlarsi cortesemente, agire in modo da non ostacolare gli altri, piuttosto agevolandoli. Basta poco un briciolo di immedesimazione, empatia e delicatezza, rispetto, appunto. Tutto cambia, perché è il modo ad essere diverso e a dare valore al nostro agire.
Non costa nulla, ma crea effetti eccezionali, di sicura efficacia. E la quotidianità diventa un posto migliore da abitare!