Buongiorno Lunatici!
Passate bene le vacanze pasquali? Vi siete riposati? Avete gozzovigliato? Avete preso una piccola pausa dai doveri consueti? Lo speriamo e speriamo che siate rientrati alla quotidianità belli carichi!
Cominciamo con un’informazione di servizio: domenica 7 aprile non apriremo al pubblico perché ospiteremo nel pomeriggio il saggio degli alllievi di una scuola di musica e in serata una festa di compleanno, perciò, per non arrivare pancia a terra, abbiamo deciso di dedicare la giornata a questi due eventi che ci impegneranno non poco.
Detto questo veniamo a noi. Chi segue i social lo saprà già, ma le Lunatiche hanno trascorso il fine settimana scorso a Roma. Il pretesto era il biglietto per il concerto di Daniele Silvestri che era stato regalato a Uzzi per il suo compleanno. Ma dato che era stato acquistato per il venerdì sera (29 marzo) e dato che eravamo a Roma perché non attaccarci anche il sabato e la domenica? E così abbiamo fatto.
Come al solito le Lunatiche non possono farsi mancare qualche avventura, perciò per risparmiare un po’ (il fine settimana di Pasqua non è esattamente quello stategico per andare in girula) hanno deciso di andare in autobus, quelli belli e verdi che hanno prezzi economici e portano un po’ ovunque.
Il viaggio della speranza inizia venerdì mattino. Avremmo dovuto partire alle 6 e qualche minuto (del mattino) ma invece la carrozza è arrivata con un’ora e un quarto di ritardo.
Il Guido però era molto molto performante e abbiamo recuperato il ritardo, per poi perdere tutto per un camion in avaria nei pressi di Firenze.
Cominciamo a temere di non arrivare in tempo. Vero è che il concerto sarà alle 21, ma noi dobbiamo recuperare le chiavi di casa (ebbene sì, un amico che non ringrazieremo mai abbastanza ci ha lasciato casa a Monteverde) e raggingere l’Auditorium Parco della Musica, che non è esattamente a portata di mano.
Arriviamo in effetti con un’ora e venti minuti in ritardo in quel di Roma – ma arriviamo! – e di lì in poi a marce forzate per raggiungere l’alloggio e quindi l’agognato concerto. Per un pelo, ma ce la facciamo! E il concerto è eccezionale e incontriamo dei torinesi avventori di Luna’s.
Ma il bello viene nei due giorni che seguono: sabato e domenica. Due giorni pieni per visitare questa meraviglia di città. Aila è ferrata: ha vissuto a Roma tre anni. Uzzi invece ci è andata che aveva dieci anni per una tre giorni con i genitori e non è che si ricordi granchè, ma ha voglia di vedere, scoprire, esplorare. Perciò si mette nelle mani dell’amica-socia, anche perché è l’unico modo per evitare il caos dei luoghi più gettonati. E di qui in poi non vi faremo la cronistoria del nostro tour: vi diremo solo che abbiamo camminato 45 km in due giorni. E in effetti siamo riuscite a vedere un sacco di cose in quartieri diversi e ad incappare davvero pochissimo nelle truppe cammellate che affollavano le zone più note.
Abbiamo camminato, visitato, parlato (i romani sono davvero molto socievoli!), fatto aperitivi, magnato de sostanza, riso e ci siamo riempite occhi, cuore, polmoni, pori dell’atmosfera scanzonata e cazzara ma densa di storia, cultura, passato. Abbiamo scansato orde di turisti facendo le romane un po’ anche noialtre. Ci siamo appiccicate sulla pelle le contraddizioni, le amenità, le sciatterie, l’immensa umanità che questa città contiene. E, a dirla tutta, non ne siamo sazie. Come si può? Roma ti entra silenziosamente dentro e non c’è modo di far tacere la sua malia.
Il rientro è stato nuovamente rocambolesco, con il bestio verde che, per recuperare un ritardo (di nuovo nei pressi di Firenze: coda a passo d’uomo!), dopo una fugace pausa intorno alle 13:40 (eravamo partite alle 10:15) ci ha sequestrate facendoci scendere solo all’arrivo a Torino alle 20:30. Una Pasquetta alternativa, non c’è che dire!
Ma chi si lamenta? Tutto bello, anche i viaggi della speranza, anche lo sfinimento dovuto al camminarecamminarecamminare, anche i momenti in cui siamo state intruppate nel delirio turistico. Perché è bello mettere il naso fuori casa, respirare un’aria diversa, cambiare prospettiva, mentalità, regione, abitudini e attitudini. E tornare un po’ cambiati, anche se sempre noi!