Buongiorno Lunatici!
Come andiamo?
Noi non possiamo lamentarci: le nostre serate continuano ad essere parecchio frequentate e anche le giornate proseguono all’insegna dei pranzi, delle merende, degli aperitivi… Inoltre la buona notizia è che si stanno muovendo anche le mattinate del sabato e della domenica, a cui vi avevamo disabituati. Pian pianino il Luna’s prende vita anche nelle sonnacchiose mattine del fine settimana!
Ma veniamo a noi. Ci è capitato di parlare con un amico dei social, di quando e quanto li usiamo, di cosa producano in noi e in chi ci circonda. E allora riportiamo qui un po’ di riflessioni che da questo discorso sono scaturite.
Ci sono addirittura studi che lo dimostrano: la nostra dimistichezza con gli schermi, e in particolare con quelli degli smartphone, che hanno la particolarità di veicolare immagini, informazioni, notifiche sonore, accattivarci con colori e video, creare aspettative effimere ci hanno lentamente ma inesorabilmente portato ad un abbassamento drastico della durata dell’attenzione. Si è arrivati a parlare di un minimo di otto secondi. Che forse è una stima troppo a ribasso, ma fateci caso: quanto spesso scorrendo i social evitate i post troppo lunghi? O leggendo una notizia su un quotidiano on-line scartate quella che ha il minutaggio di lettura più elevato?
E ancora. Siete in coda al supermercato, in posta, aspettate l’autobus, vi sedete in un bar e attendete che vi raggiunga la persona che state aspettando: che fate? Date un’occhiata al telefono. Matematico. Ogni momento di noia, ozio, quiete, viene riempito da una controllatina al nostro device personale.
Questo è niente: tutti abbiamo sempre e da sempre eluso i momenti vuoti riempiendoli di qualcosa, il vero problema è quando l’attaccamento all’aggeggio elettronico è tale da avere l’impulso di controllarlo anche a tavola, in compagnia di amici e/o parenti, quando lo usiamo per alleviare la noia annoiandoci ancora di più scorrendo pagine e notizie che quanto poi ci interessano davvero?, quando diventa il sostituto di una bella chiacchierata, quando diventa il rifugio nel nostro privatissimo mondo dei balocchi…
Insomma, tutto bene, ma non benissimo, quando ci accorgiamo che poi il nostro stare sui social diventa vuota di ricerca di informazioni futili, appiglio per discussioni sterili, contentino di poco conto quando un nostro post riceve un like, voyerismo neanche troppo velato… per saltare di palo in frasca senza riuscire a soffermarci su nulla e continuando a smanettare senza soluzione di continuità. Cercare sempre altro senza trovarlo, in una corsa pazza che sembra quella del criceto sulla sua ruota. E davvero senza riuscire a focalizzare la nostra attenzione per più di un certo tempo su una determinata cosa. Un po’ come pesci rossi che girano in circolo nella loro boccia smarrendo il loro qui e ora nelle bollicine che li circondano.
Non vogliamo in tutto ciò demonizzare questi strumenti che sono diventati ormai pressochè indispensabili e che ci rendiamo conto di quanto siano utili e pieni di risorse. Questa vuole essere più una presa di coscienza: consapevolizzare comportamenti che ormai sono divenuti comuni a molti di noi, ma a cui magari possiamo fare attenzione e possiamo porre un limite. Per usufruire appieno di tutte le comodità e opportunità che ci offrono, senza diventarne schiavi o abbruttirci usandoli.
Noi per prime, visto il lavoro di promozione e divulgazione che è correlato alla nostra attività, riteniamo i social degli strumenti formidabili, veloci, efficaci e di sicuro impatto. Il risvolto della medaglia è farsi inglobare da logiche da cui invece vorremmo tenerci alla larga, spesso non riuscendo appieno nell’intento.
Detto questo, forse la soluzione è proprio sviluppare il proprio senso critico e cercare di vedersi come dall’esterno, decidendo in questo modo Quanto, Quando e Come e magari ridere sarcastici quando ci scopriamo un po’ criceti, un po’ pesci rossi o un po’ tutt’e due!!!