Buongiorno, Lunatici!
Come state? Come procedono le vostre esistenze? Iniziamo questa nostra missiva con alcune informazioni che vi saranno utili per sapere quando ci troverete aperte e quando no nelle prossime settimane.
Cominciamo dalla Pasqua, per cui il Luna’s resterà a serrandoni abbassati domenica 17 aprile. L’altra chiusura straordinaria avverrà il finesettimana successivo, in cui siamo state invitate ad un matrimonio, ragion per cui Luna’s Torta si prenderà due giornate libere: sabato 23 e domenica 24 aprile. L’altra chiusura sarà per la Festa dei Lavoratori domenica 1 maggio, ricorrenza in cui continuiamo a credere fermamente.
Detto questo ora veniamo alle riflessioni che contraddistinguono la nostra letteronza settimanale.
L’altro giorno ci è capitato di rincontrare un’amica che non vedevamo da tempo. Racconta questo, racconta quello, ad un certo punto ci dice che ha cominciato un corso di uncinetto. Iniziale stupore di tutte le partecipanti all’incontro. Una donna così emancipata e al passo coi tempi! Per fugare ogni pregiudizio ci dice che a tenere il corso è una ragazza giovane e che la sua complice insegna a lavorare a maglia. Pensiamo: che cosa particolare voler imparare un’abilità così antiquata!
Poi, non più tardi di ieri, si è seduta nel nostro dehor una ragazza di una ventina d’anni (qulacuno in più) che ci ha chiesto un caffè e poi ha tirato fuori l’uncinetto e ha cominciato a lavorare il suo gomitolo, parlando amabilmente al telefono.
Questi due episodi hanno ingenerato in noi un pensiero. Quanti di noi, voi, di quelli che ci circondano, tra familiari e amici, hanno un’abilità manuale un po’ desueta che è stata tramandata da qualche ava/o o che stanno tentando di imparare a suon di corsi? E oltre l’arte di saper lavorare a maglia, uncinetto, ricamare pensiamo a quanto sia complesso confezionare vestiti, essere esperti falegnami, orafi, scalpellini, fabbri, ceramisti… e chi più ne ha più ne metta.
In quest’epoca di oggetti confezionati in ditte e prodotti da un’asettica industria in serie per essere immessi in un mercato omologato e omologante quanto è bello non perdere la capacità di usare le proprie mani per creare? Imparare l’abilità di fare da sé? Il fascino dei mestieri antichi ci ha fatto venire una sorta di nostalgia per le cose veraci, uniche, magari imperfette, ma create da un essere umano in carne ed ossa, coadiuvato da strumenti, ovvio, ma che mette del suo (creatività, sudore, tempo, calcoli) per arrivare poi al risultato finale.
E di lì a pensare a come si stiano perdendo i dialetti, o meglio le varietà linguistiche, il passo è breve, perché magari noi abbiamo nelle orecchie quelli/e dei nostri nonni, ma già i nostri genitori non li sanno più parlare, figuriamoci noi! Comprendiamo, ma non siamo capaci di esprimerci. Ed è un impoverimento: si perdono sfumature, accenti modi di dire unici.
Non considerate queste riflessioni come nostalgiche, volte a rintanarsi in un passato mitico. Vuol più essere un invito a far convivere il nuovo, che ormai è necessario (non indispensabile), utile, veloce e risolve intoppi con il vecchio, il desueto, per non perdere capacità che diventano una risorsa, soprattutto in un frangente in cui si deve fare attenzione all’eccessivo sfruttamento delle materie prime. Quindi perché non recuperare un mestiere, una parlata e farle convivere con la modernità che ci contraddistingue? Crediamo potrebbe essere una proficua felice coesistenza che potrebbe solo arricchirci.
E voi, Lunatici? In cosa vorreste sperimentarvi? Quale dialetto vorreste recuperare? Come diciamo sempre: tentar non nuoce, e imparare è in ogni caso qualcosa in più che si mette nel proprio bagaglio. Dunque sbizzarritevi!