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Novembre mesto? Un libro, presto! | I consigli di novembre 2022

    Bernhard Schlink
    LA NIPOTE
    (Neri Pozza Editore – Trad. di Susanne Kolbe , € 19) 

    Non c’è forse scrittore oggi, in Germania, che più di Bernhard Schlink abbia al centro della sua narrativa l’eterno conflitto tra i sogni della ragione e del cuore e le crudeli disillusioni che il tempo e la Storia approntano inesorabilmente. La nipote, il suo ultimo romanzo, accolto da un grande successo di pubblico e di critica in Germania, è un’opera che si svolge interamente attorno a questo conflitto, e ne costituisce uno degli esiti narrativi più riusciti. Nel maggio del 1964 a Berlino Est, al convegno promosso dalla Freie Deutsche Jugend, l’organizzazione giovanile del partito al comando dell’allora DDR, Birgit e Kaspar si incontrano per la prima volta. Birgit è incaricata dalla FDJ di accogliere gli ospiti provenienti da ogni parte della Germania, Kaspar è un giovane studioso di storia dell’Ovest. Si incontrano e si innamorano, in luminose giornate di primavera in cui tutto sembra possibile. In Alexanderplatz, i giovani delle due Germanie ballano e suonano insieme, superando ogni barriera e confine. Nella Berlino odierna, quella primavera del 1964 è ormai parte delle illusioni perdute. I suoi sogni di fratellanza chimere, l’amore dissolto nel potere distruttivo delle bugie e dei segreti della vita. Dopo la morte della donna con cui ha vissuto una vita intera senza avere figli, Kaspar scopre nel suo computer che, prima di lui, Birgit aveva avuto una relazione con un funzionario del Partito dalla quale era nata una bambina, affidata poi a un’amica. Kaspar è distrutto dal dolore, ma animato anche da una nuova speranza: fare ciò che Birgit non ha mai avuto il coraggio di fare, trovare la figlia perduta. Nel Meclemburgo, in uno degli insediamenti dei Völkischen, l’estrema destra tedesca che ha rispolverato il Drangnach Osten, la spinta verso est dei nazisti, in una casa in cui su una parete campeggia il ritratto di Rudolf Heß, Kaspar si imbatte in Svenja, una donna che negli occhi, nei capelli, persino nella voce, ricorda Birgit. Accanto a lei una ragazzina dai capelli rossi, dinoccolata, sui quindici anni. La nipote?
    Romanzo in cui la storia tedesca, dal dopoguerra agli anni successivi alla unificazione, appare come l’impossibile impresa di ritrovare una patria comune, La nipote è una di quella opere in cui il naufragio della Storia accompagna il naufragio degli individui, perché la forza della speranza e della ragione affiori di nuovo.


     

    Jessica Bruder e Dale Maharidge
    SNOWDEN’S BOX
    (Clichy – Trad. di Giada Diano, € 18,50)

    Un giorno, nella primavera del 2013, un pacco appare fuori dalla porta al quarto piano di un appartamento di Brooklyn, New York. La destinataria, che non conosce il mittente, sa solo di dover portare questo pacco a un amico, che lo traghetterà a un altro amico. È il pacco di Edward Snowden – con materiale che prova che il governo degli Stati Uniti ha costruito un enorme apparato di sorveglianza e lo usa per spiare il suo stesso popolo – e l’amica alla fine di questa catena è la regista Laura Poitras, che racconterà questa storia nel film Premio Oscar Citizenfour. Questo è il racconto di come la più grande fuga di notizie sulla sicurezza nazionale nell’era digitale abbia viaggiato attraverso una rete straordinariamente analogica: il servizio postale statunitense. Ma è anche il racconto di un paradosso illuminante: nell’era del controllo in cui siamo sottoposti a una sorveglianza costante e sempre più tecnologicamente avanzata, le relazioni umane basate sulla fiducia, il sostegno e la solidarietà sono l’unica – e la più potente – tecnologia in grado di proteggerci e permetterci di sfuggire alle reti di ogni sistema repressivo. Sono solo alcuni degli ironici dettagli che emergono dal racconto di come Jessica Bruder e Dale Maharidge (due giornalisti esperti, ma alle prime armi con le misure di sicurezza), e gli amici che hanno ricevuto e traghettato il pacco, siano stati coinvolti nell’epopea di Snowden come attori dietro le quinte. I loro sforzi, inizialmente incespicanti, sempre più paranoici e talvolta comici, per aiutare a portare alla luce i leak di Snowden e, infine, per comprenderne il significato, si dipanano in una narrazione avvincente che include e-mail ed estratti dalla corrispondenza tra Poitras e Snowden. Un racconto d’inchiesta illuminante sullo stato della trasparenza, della privacy e della fiducia nell’era della sorveglianza, con un’appendice che informa su cosa possono fare i cittadini e gli attivisti per proteggere la privacy e la democrazia.


     

    Maria Helena Boglio
    DOVE COMINCIA LA RIVOLUZIONE
    (Scritturapura, € 15)

    I sondaggi per le imminenti elezioni danno vincenti i peronisti con ampio margine, la fine della dittatura sembra a portata di mano.
    Ma la giunta militare non ci sta e una brutale campagna repressiva insanguina le strade e le coscienze.

    Mentre alla radio si rincorrono notizie di ragazzi uccisi negli scontri in tutto il Paese, Sofía non vede l’ora di iscriversi all’Università e mordere la vita. Ma i genitori la vogliono tenere lontana dal fermento che attraversa la sua generazione.
    Sposare il suo primo amore le sembra allora l’unica via d’uscita. Dopo il matrimonio, però, David non sembra più il ragazzo che ascoltava Elvis Presley tenendola tra le braccia.

    La rinascita personale e politica di una giovane donna sullo sfondo dell’Argentina dei primi anni ‘70.


    AA. VV.
    INTORNO AL FUOCO. FIABE E STORIE DELLA TERRA DEI SAMI
    (Iperborea – Trad. vari, € 16) 

    Un nuovo volume nella serie delle Fiabe Nordiche di Iperborea dedicato alla tradizione popolare sami.

    Renne e fuoco, per i sami le due cose più preziose. Le renne domestiche li occupano di giorno, sono una risorsa preziosa ma al prezzo di lavoro e fatica. Il fuoco è l’amico che al calar del buio li riunisce nella tenda, al riparo da tenebre, animali selvatici e pensieri maligni. È calore dell’intimità intorno al quale vecchi e giovani si siedono al sicuro ad ascoltare le storie della loro tradizione. Così ogni sera la renna, il cane, la volpe e perfino la zanzara e il pidocchio tornano ad assumere un significato mitico, le malattie parlano e hanno sembianze umane, i bambini morti tornano in vita. Onnipresente è la figura sciamanica del noaide, uomo o donna che sia, mentre a dar corpo alle paure dei sami del Nord compaiono i Ciudi russi, terribili briganti loro nemici storici, e a spaventare i sami del Sud ci sono i contadini, gli stanziali assetati di terra in antico conflitto con i migranti. Nemico è anche Stallo, ma l’ingenuità e la goffaggine di quest’orco malvagio venano d’ironia le storie di cui è protagonista. Emilie Demant, artista danese affascinata dal folklore dei sami, durante i suoi lunghi soggiorni nelle loro regioni raccolse le narrazioni di Intorno al fuoco direttamente dalla voce di coloro che tramandavano questo sapere ancestrale. Erano gli anni tra il 1907 e il 1916, prima che la vita e l’economia dei sami subissero le profonde trasformazioni del secondo dopoguerra, e questo resoconto del viaggio nel loro immaginario collettivo conserva tutto il sapore dell’immediatezza e della verità che hanno le trascrizioni dal vivo.


     

    Flanneru O’Connor
    PUNTO OMEGA
    (minimum fax – Trad. di Gaja Cenciarelli, € 17)

    Una donna che fatica ad accettare l’integrazione razziale intraprende con il figlio un difficile viaggio in autobus; un toro in fuga da una fattoria si trasforma in dispensatore di morte o forse di grazia; un uomo anziano ha un rapporto contrastato con la nipotina, lacerata tra l’affetto per il nonno e la lealtà verso il padre violento; uno scrittore malato torna a vivere nella fattoria della sua infanzia; un uomo del Sud coperto di tatuaggi è impegnato a dimostrare il proprio amore per una donna che ha dedicato se stessa al Dio dell’Antico Testamento: sono solo alcuni dei personaggi che affollano i racconti di Punto Omega.

    La maestria e la padronanza della forma breve di Flannery O’Connor raggiungono probabilmente il loro culmine nella sua seconda e ultima raccolta di racconti, pubblicata postuma nel 1965. Giunta alla piena maturità di scrittrice, devastata dalla malattia che la porterà nel giro di pochi anni a una morte precoce, O’Connor conferma e se possibile rafforza il proprio talento di narratrice perennemente sospesa tra il grottesco e il realismo più brutale, tra lo stupore di fronte alla crudeltà del mondo e il richiamo della fede, tra l’incombere della morte e il paradosso della salvezza.


     

    Alice Elliot Dark
    FELLOWSHIP POINT
    (NNE – Trad. di Elisa Ponassi, Antonio Matera, € 22)

    Agnes e Polly, amiche da tutta la vita, sono donne molto diverse: Agnes è una famosa scrittrice di libri per bam­bini, firma in segreto una serie di romanzi per adulti e non si è mai sposata. Polly ha dedicato la sua esistenza alla famiglia, da moglie e madre devo­ta. Le amiche condividono la proprie­tà di Fellowship Point, un magnifico territorio nel Maine dove hanno sem­pre passato l’estate, fin da ragazze. Il tranquillo scorrere delle giornate vie­ne sconvolto quando scoprono che c’è un progetto di sviluppo turistico su Fellowship Point sostenuto anche dagli altri soci, tra cui i parenti di Agnes e i figli di Polly. Agnes decide di opporsi, mentre nella sua vita irrompe la giova­ne Maud, che vuole convincerla a scri­vere le sue memorie e non si lascia scoraggiare dai suoi rifiuti. La vita di Maud si lega a quella delle due amiche e alla battaglia per Fellowship Point, portando alla luce una verità dolorosa e necessaria, capace di guarire un’anti­ca ferita mai rimarginata. Fellowship Point è un romanzo che si legge d’un fiato, il ritratto indimentica­bile di due donne che nonostante di­vergenze, segreti, passioni e battaglie sono unite dall’affetto più puro. Alice Elliott Dark racconta il dono dell’ami­cizia, un atto di condivisione così in­timo e assoluto che ha il potere di cambiare il mondo.

    Questo libro è per chi racconta le bugie incrociando le dita sotto il tavo­lo, per chi ha trovato l’anima gemella come Idgie e Ruth in Pomodori verdi fritti, per chi cerca la parola esatta che descrive il volo delle aquile, e per chi rischia di perdere qualcosa di vitale importanza ed esprime un desiderio così potente da invertire la direzione del tempo.


     

    Raffaella Simoncini
    BULKY
    (Neo, € 15) 

    Luce è in ospedale. Nella cartella clinica ha trovato un termine inglese: bulky. Ecco il nome della sua malattia, di quel tumore raro che bisogna asportare. Un nome che arriva ad abbracciare anche la freddezza e l’asetticità dell’anamnesi, delle terapie, della convalescenza.
    Come compagna di stanza ha una donna anziana, insopportabile. Un’ex cuoca arrabbiata con il mondo, di quella rabbia che ferisce perché dice la verità.
    Per Luce il tempo sembra fermarsi, il senso di inadeguatezza cresce, i giorni incespicano in una grammatica nuova, che le due donne dovranno imparare per scoprire di avere in comune qualcos’altro oltre la malattia: un conto in sospeso con le proprie vite.

    Traendo ispirazione dal proprio vissuto, Raffaella Simoncini racconta di due destini che, loro malgrado, si intrecciano in un presente senza più certezze. E lo fa con un romanzo in cui questo presente diventa un fondale inesplorato da scandagliare per raggiungere la superficie e riuscire a scivolare via, come gli origami di carta che la protagonista faceva con sua nonna da bambina.


     

    Sylvain Prudhomme
    LEGGENDA
    (66thand2nd – Trad. di Anna D’Elia, € 16)

    Tra gli anni Settanta e Ottanta, nel Sud della Francia, un mitico locale notturno animava le notti di festaioli e tiratardi attirando come una calamita un pubblico eterogeneo fatto di star del cinema, butteri, ragazzi del posto e allevatori di tori: la Chouarascaia, nota come la Chou.

    Quarant’anni dopo due amici inseparabili, Nel e Matt, fotografo il primo e documentarista a tempo perso il secondo, ne ripercorrono la vicenda finendo per appassionarsi, come in un gioco di specchi, alla storia di due fratelli, entrambi frequentatori della Chou, Fabien e Christian, che avevano incarnato quegli anni di delirante incoscienza, bruciando le loro esistenze a tutta velocità.

    I viaggi in Madagascar, l’adolescenza senza genitori, e poi le feste, la violenza, la libertà: la traiettoria dei due fratelli, tanto breve quanto intensa, si ricompone a poco a poco tracciando al tempo stesso un ritratto affascinante e tragico della gioventù maledetta dell’epoca, stretta tra il sogno di una libertà assoluta e l’incubo della droga e dell’Aids.


     

    Gabriela Wiener
    SANGUEMISTO
    (La Nuova Frontiera – Trad. di Elisa Tramontin, € 17,90)

    Il mio avo portò con sé un bambino indigeno per metterlo in una teca come fecero con King Kong. Dicono che gli “indios” che venivano portati in Europa non sopravvivessero a lungo. Io ci sto già da quindici anni e mi sembra un miracolo.

    Nel 1878, alla vigilia dell’Esposizione Universale di Parigi, la grande fiera che celebra il progresso tecnologico e che annovera tra le sue attrazioni principali uno zoo umano, l’esploratore austriaco Charles Wiener sta finalmente per ottenere l’agognato riconoscimento sociale. Wiener è un avventuriero del suo tempo: è stato a un passo dallo scoprire Machu Picchu, ha scritto un libro sul Perù, e ha riportato con sé, da quel paese, quasi quattromila reperti archeologici e un bambino. Centocinquanta anni dopo, la protagonista di questa storia attraversa i corridoi del museo parigino che ospita la collezione Wiener, riconoscendosi nei volti dei manufatti di terracotta che il trisavolo aveva saccheggiato. Senza altro bagaglio che un lutto e senza altra mappa che le ferite ancora aperte, Gabriela Wiener segue le orme del patriarca della famiglia e quelle bastarde della sua stirpe. Inizia così un viaggio che attraversa un’identità fatta di abbandoni, gelosie, sensi di colpa e razzismo e che ripercorre la storia di due continenti per approdare in un territorio universale – il corpo – nel tentativo di affrancarlo dagli schemi coloniali che ancora lo opprimono.