Le novità librarie di ottobre, più che d’autunno sanno già di Natale: nuove uscite di autori famosi, libri inediti di gente morta, attesissimi esordi, clamorose seconde prove. Basta però togliere le fascette gialle e urlanti dalle copertine dei libri e diventa più semplice distringuere le novità belle da quelle meno appetibili.
Ecco allora qualche bel libro uscito nelle scorse settimane, più alcune riproposte.
> Fisher, Terribile splendore (66th and 2nd). Ecco un romanzo che chiunque ami il tennis dovrebbe leggere. Un libro lungo cinque set, quelli della “più bella partita di tutti i tempi”, un match di Coppa Davis del 1937. Bella per il suo andamento drammatico, per il valore storico e politico e per le biografie dei protagonisti: il barone von Cramm e lo statunitense Don Budge. Una sfida all’ultimo colpo mentre il tennis sta passando dal dilettantismo al professionismo e il mondo sta scivolando in un’altra guerra mondiale.
> Richler, Joshua allora e oggi (Adelphi). Sì, proprio quel Richler, Mordecai, l’autore della versione di Barney. Questo lungo romanzo, del 1980 ma finora inedito in Italia, ha una struttura e un protagonista che riconrdan da vicino il Barney Panofsky amato da moltissimi lettori. Cinico, pieno di pregiudizi e opinioni bizzarre, smemorato (è in ospedale, dopo un misterioso incidente), Joshua Shapiro è un personaggio cui è molto difficile non affezionarsi, specie mentre cerca di far luce – innanzi tutto a se stesso – su uno scandalo sessuale in cui è finito invischiato..
> Malvaldi, Argento vivo (Sellerio). Archiviati, almeno per ora, i vecchietti del BarLume, Malvaldi si conferma maestro della commedia gialla. Il libro, raccontato a brevi capitoli, in cui si confrontano i punti di vista sulla storia, è più ambizioso e forse meno riuscito di Milioni di milioni (il precedente romanzo di Malvaldi), ma rimane molto godibile. La trama è molto intrecciata; la storia principale è quella di uno scrittore affermato cui rubano il computer portatile che contiene l’unica copia del suo nuovo romanzo. Una caccia al manoscritto, dunque, ma anche l’occasione di riconsiderare il suo lavoro di scrittore e di migliorarsi.
> La vita sognata di Ernesto G. è il nuovo romanzo di Jean-Michel Guenassia (Salani), già autore del Club degli incorreggibili ottimisti, libro splendido. Qui Guenassia vira decisamente al feuilleton, con il lungo racconto di una vita che dura un secolo, dal 1910 al 2010. La storia è appassionante, movimentata, ha splendide descrizioni di Parigi, Algeri, Praga e altre città, ma è nel complesso un libro meno bello rispetto all’esordio; in qualche modo più piatto. Resta, in ogni caso, una lettura consigliata.
> Cuore di bestia, di Noëlle Revaz (Keller). Con questo suo primo romanzo la Revaz, scrittrice svizzera di lingua francese, è stata paragonata nientemeno che a Louis-Ferdinand Céline, per la capacità di inventare una lingua nuova: quella di Paul, un campagnolo con pochi studi, protagonista e narratore di questo libro. Sposato con “una di città”, ridotta all’obbedienza e all’abbrutimento dopo anni di matrimonio, Paul vive in un mondo che ha regole semplici, molto maschiliste, che verranno scovolte dall’arrivo di Jorge, l’operaio stagionale portoghese.
> Le colpe dei padri, di Alessandro Perissinotto (Piemme). Uscito la primavera scorsa, rilanciato dal Premio Strega (è arrivato secondo), questo romanzo è insieme classico e molto moderno; il tema del doppio è infatti usato per raccontare una realtà, la nostra, di passioni spente e nostalgie sagliate.
> Caffè Babilonia, di Marsha Mehran (Beat), appena uscito in edizione tascabile, è la deliziosa storia di tre sorelle iraniane che, nell’Irlanda di provincia, tranquilla e un po’ bacchettona, aprono un locale tradizionale persiano. Porteranno gran scompiglio, tra le tradizioni alimentari e nei cuori dei paesani.
> La traccia della sirena (Del Vecchio) è l’ultimo giallo di José Luis Correa, un autore che ha portato le tinte nere dei romanzi hard-boiled (alla Philip Marlowe, per capirci) alle isole Canarie: il suo personaggio, Ricardo Blanco, è cinico, tenero e ostinato; ha un rapporto speciale col nonno, un gran fiuto e una fondamentale onestà.
“Non ho niente dell’eroe. Sarei incapace di dare uno schiaffo a una donna. Reggo poco l’alcol. E detesto le armi. Come sopravvivo?”